Questa esperienza in Polonia era stata preceduta, nel 2017, dalla missione dei giovani italiani verso il Perù, luoghi in cui hanno prestato servizio e condiviso con la popolazione locale la fede e la vita.
Questo progetto di animazione missionaria giovanile è nata dalla collaborazione della Provincia Italiana Sant’Antonio di Padova con la Provincia di Sant’Antonio e del Beato Giacomo degli Strepa in Polonia (Cracovia), coadiuvati da l’ex-Segretario dello SGAM fr. Jarosław Wysoczański.
Come Segretario del CPM della PISAP ringrazio sinceramente: il Ministro Provinciale fr.Marian Gołąb per l’accoglienza e l’ospitalità fraterna; fr.Jarosław Wysoczański per la disponibilità ad accompagnarci in queste esperienze; i giovani, che hanno partecipato attivamente e con spirito di accoglienza, sia in Perù sia in Polonia; le Suore Francescane Elisabettine, per aver permesso di condividere questi momenti con la presenza di sr.Renata Ferrari. Di seguito alcune testimonianze dei giovani che hanno partecipato.
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Abbiamo vissuto questa esperienza in Polonia dal 20 al 27 di Luglio guidati da fra Valerio Folli, sr.Renata Ferrari e fr.Jarosław Wysoczański (p.Jarek), che ci hanno aiutato, ognuno con il suo carisma, a scoprire la bellezza del testimoniare il nostro vivere insieme a Gesù anche in terra Europea.
Abbiamo visitato le città di Cracovia, Rychwałd, Czestochowa e Kalwaria Pacławska e abbiamo anche riflettuto sulle tragedie della nostra umanità al campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau.
L'obiettivo del nostro viaggio era quello di conoscere la realtà in cui i beati Martiri del Perù avevano vissuto e si erano formati ma anche quello di testimoniare ai giovani polacchi riuniti a Kalwaria la bellezza del testimoniare la fede nel Signore fino ai confini della terra.
Dopo la prima giornata dedicata all’ambientamento a Cracovia e alla conoscenza della comunità che ci ha ospitato, ci siamo subito recati ad Auschwitz-Birkenau dove abbiamo riflettuto sulla tragedia dei campi di concentramento e sterminio presenti in territorio polacco durante la Seconda Guerra Mondiale.
Abbiamo anche visitato ad Harmęże la locale comunità conventuale, in particolare il centro S. Massimiliano Kolbe, dove erano presenti le opere di uno dei sopravvissuti alla tragedia dei campi di concentramento che ci hanno aiutato a comprendere quanto, a livello psicologico ed esistenziale, l'esperienza del Campo ha potuto segnare le persone.
Ci siamo poi trasferiti a Rychwałd dove abbiamo conosciuto la famiglia del beato Michael Tomaszek, che ci ha dato una testimonianza toccante dell'umanità di questo martire.
Abbiamo anche pregato presso il Santuario della Madonna dove anche lui – il beato Michael – pregava spesso.
Il giorno successivo ci siamo trasferiti a Czestochowa dove abbiamo pregato al Santuario di Jasna Gora chiedendo alla Madonna, Regina della Polonia, di benedire il nostro viaggio missionario e tutte le persone che ci hanno chiesto preghiere e che abbiamo portato nel cuore.
Il giorno successivo abbiamo visitato il centro storico di Cracovia, e alla sera siamo stati accolti nella Curia della Provincia religiosa dei Frati Minori Conventuali di Cracovia.
Abbiamo apprezzato ancora una volta l'ospitalità dei frati, che ci hanno accolto e hanno condiviso con noi la preghiera, in particolare facendoci il dono di poter venerare le reliquie dei Beati Martiri del Perù, fino ad ora mostrate solo al Papa Francesco, e la cena.
Il Ministro Provinciale fr.Marian Gołąb ci ha affidato parole di incoraggiamento e desideri di speranza per noi e per tutti i giovani polacchi che avremmo dovuto incontrare.
Gli ultimi due giorni li abbiamo passati a Kalwaria Pacławska, ad un raduno dei giovani polacchi organizzato da 32 anni dai Frati Minori Conventuali, passando insieme ad essi una giornata di riflessione e di divertimento, e la giornata successiva proponendo la nostra testimonianza sulla missione svolta dal nostro gruppo in Perù nel 2017.
In tutte le nostre tappe abbiamo ricevuto un'ospitalità incredibile, un'apertura al dialogo e alla comprensione reciproca difficile da trovare, e una capacità di sorridere anche nelle situazioni più difficili che raramente si può riscontrare nella nostra quotidianità.
Nei vari momenti trascorsi sentiamo di essere stati accompagnati dal Signore, che ci comanda di raggiungere tutti i suoi figli e di annunciare la sua Parola, dalla Vergine Maria Regina della Polonia e nostra Madre celeste, dal francescano conventuale San Massimiliano Kolbe, Martire ad Auschwitz, e dai Beati Martiri del Perù: Miguel, Zbigniew e Sandro Dordi.
Per ogni giorno vissuto, per ogni volto incontrato, per ogni parola ascoltata, per ogni terra calpestata non possiamo che rendere grazie al Signore, vero protagonista della missione.
Giungo al Sacro Convento per l’ora di pranzo e trovo sul tavolo circolare del salone una spilla ed un santino. Sono raffigurati due giovani frati e un sacerdote sulla cinquantina. Un mio amico frate mi dice che i due ragazzi sono due loro frati polacchi martirizzati in Perù agli inizi degli anni novanta. Alla fine del campo di Capodanno lo stesso frate mi regala un libro: è la storia dei due giovani frati polacchi.
Sono passati quasi quattro anni da quella vicenda e adesso mi ritrovo in treno diretto a casa a Napoli, dopo essere stato in Polonia dove ho conosciuto i fratelli ed i luoghi in cui sono cresciuti quei due giovani frati, che oggi sono Beati.
Il viaggio in Polonia è quasi la chiusura di un cerchio dopo la missione del 2017 proprio in Perù, paese in cui Michael Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski furono martirizzati. Un cerchio che si chiude! Non penso sia segno di una fine, piuttosto un anello di una catena di eventi che si susseguiranno. Prego il Signore affinché sia così.
Tappa importante del viaggio in Polonia di questa penultima settimana di luglio é stata indubbiamente la visita ad Auschwitz. Lì un altro gesto d'amore donato da San Massimiliano Maria Kolbe. Il fiato mi è mancato quando sono sceso giù nella sua cella. Manca l'aria davanti alla Parola che si rende viva con l'esempio e quindi con il dono.
I fratelli di Zbigniew ci hanno detto che la madre, difronte alla sua scelta di vita consacrata, gli aveva proposto di farsi prete. “Francescano o nulla!”, le aveva risposto, proprio per la volontà di voler seguire l'esempio di Kolbe. Lascia esterrefatti vedere poi tra le foto di Michael, mostrataci dalla sorella, una in cui - con altri giovanissimi – ricreano, in una rappresentazione teatrale, proprio la vita e l'estremo sacrificio di San Massimiliano. Sicuramente San Massimiliano Maria Kolbe li ha accompagnati nei loro ultimi momenti ed è stato tra i primi ad accoglierli in Paradiso. L'incontro con i fratelli dei beati e stato connotato, devo dire, da grande tenerezza. Alla domanda del “Come vivono la santità entrata nella loro vita?”, ci rispondono che prima di tutto Michael e Zbigniew erano loro fratelli e li sentono ancora adesso semplicemente come tali.
La santità - devo dire - un tempo mi spaventava parecchio. Mi chiedevo quale straordinarietà bisognava vivere o dimostrare con il proprio vissuto per essere santi. Le figure dei beati martiri del Perù mi ha reso più concreto e vici no il fine di ogni battezzato: la santità. Sì è santi essendo veri uomini e vere donne. Predicando senza predicare, non con le parole ma con l'esempio. Senza essere angeli. Stando nel mondo. Vivendo nel proprio tempo e quindi vivendo anche le sofferenze della propria epoca proprio come hanno fatto San Massimiliano Maria Kolbe nei campi di sterminio nazisti e Michael e Zbigniew durante le aggressioni di Sendero Luminoso.
Questo penso sia uno dei frutti che mi sono stati donati dall'esperienza di missione: l'esempio di vita di Michael e Zbigniew. Ho ripetuto tale concetto anche ai tanti giovani incontrati a Kalvaria Pacławska riuniti per vivere una settimana di spiritualità con i frati. Li ho anche ringraziati a dire il vero. Se l'esperienza in Perù ci ha mostrato i frutti delle vite di Michael e Zbigniew, il viaggio in Polonia ci ha mostrato quanto era fertile ed è fertile il ter reno in cui i due hanno vissuto.
L'esperienza in Polonia, è stata proposta dalla Provincia Italina Sant’Antonio di Padova e dal Ministro della Provincia di Cracovia dei Frati Minori Conventuali, fr.Marian Gołąb. Quest’ultimo, che abbiamo conosciuto durante la cena di mercoledì sera, ha assunto improvvisamente un tono serio e ha chiesto a noi giovani se quello che avevamo vissuto e ricevuto in Perù lo consideravamo qualcosa di personale (solo nostro!) o qualcosa che poteva essere donato, condiviso, restituito... Una provocazione per tutti noi e per me in particolare da non lasciar cadere!
Una notte di qualche anno fa una mano mi ha tratto dal mare in tempesta in cui stavo per annegare. Ora cammino nel mondo. Le mie braccia non sono più impegnate nel tentativo di restare a galla. Sono libere… umilmente libere di donarsi.
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