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◘ IL SIGNIFICATO DI UNA NUOVA REALTA' FRANCESCANA... NELLA TRADIZIONE - Il 7 aprile 2013 è il giorno di nascita della Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali. Infatti in tale data, nell'ambito del più ampio progetto di ridisegno delle giurisdizioni dell'Ordine, sono soppresse la «Provincia Bolognese» e la «Provincia Patavina», − entrambe intitolate a sant' Antonio di Padova che visse in queste terre e morì a Padova il 13 giugno 1231 −, che ora costituiscono la nuova Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova.
Va detto che precedentemente all'atto di nascita della nuova Provincia, sempre nel contesto della ristrutturazione delle Province del nostro Ordine di Frati Minori Conventuali, il 4 ottobre 1999 la Provincia Patavina si era unita, con decreto del ministro generale, con la Provincia Ligure-Piemontese, dopo che i rispettivi capitoli provinciali avevano approvato tale scelta (1997).
Con il calo notevole di vocazioni, dovuto a diversi fattori sociale e culturali che riguardano l'intero mondo occidentale, l'ultimo trentennio vede, accanto ad una vivacità di ministero mai venuta meno, una progressiva riduzione di frati. Da anni pertanto le ex Province di questo territorio del nord Italia sono impegnate in un "ridisegno", una riduzione pensata delle proprie presenze: un compito che la nuova Provincia dovrà portare avanti con coraggio e nella fiducia che nei vari passaggi della Storia, anche quelli più faticosi, basti leggere il passato, è il Signore a condurre persone ed eventi in sentieri evangelici.
La storia iniziata il 7 aprile 2013 - La nascita della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova inizia il primo giorno del suo primo capitolo provinciale, il 7 aprile 2013 che è la domenica che conclude il grande ed unico giorno di Pasqua. Al Signore Gesù risorto, Signore del tempo e della storia, colui che si affianca nel cammino come un giorno ai discepoli tristi e smarriti di Emmaus, aiutandoli a leggere fatti ed eventi alla luce della sua vita e parola, affidiamo fiduciosi la strada che s’apre davanti a noi.
Siamo certi poi di avere in sant’Antonio, fedele ed appassionato discepolo di san Francesco, il nostro caro confratello e patrono, grande maestro ed intercessore.
Volto e luoghi - Siamo oggi circa 300 frati presenti nel nord Italia, nella delegazione del Portogallo che è la patria di sant’Antonio (3 comunità) e nella delegazione del Cile (3 comunità).
Sede e “cuore” della Provincia ed anche della curia provinciale è il Convento del Santo, a Padova, presso la Pontificia Basilica di sant’Antonio che custodisce la tomba del nostro patrono, “il Santo che tutto il mondo ama”.
Le nostre attività si possono riassumere entro un binomio, “Vangelo e Carità”, che è la sintesi della figura ed opera di sant’Antonio: evangelizzare o, più semplicemente, cercare di vivere il vangelo in uno stile di condivisione, con un’attenzione privilegiata ai poveri.
La Caritas Antoniana (1976) coordina e programma le attività caritative a livello nazionale ed internazionale come le campagne lanciate e rendicontate annualmente nel “Messaggero di S. Antonio”, grazie agli aiuti che provengono dai devoti di S.Antonio sparsi in tutto il mondo.
Così, meglio che possiamo, come frati della Provincia Italiana di S.Antonio di Padova cerchiamo di esprimere con la testimonianza della vita e delle opere la dedizione al Padre che è nei cieli, servendo con passione la Chiesa e il mondo laddove ci troviamo (lieti di appartenere alla famiglia di san Francesco nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali).
La Provincia fa parte della Federazione Intermediterranea dei Ministri provinciali (FIMP), uno dei vari "ceti" nei quali si articola l’Ordine dei Frati Minori Conventuali. La Conferenza comprende le Province e Custodie d’Italia, Spagna, Francia, Malta, Romania e la Delegazione generale del Medio Oriente.
Dati statistici della Provincia Italiana di S.Antoino di Padova (aggiornamento: 25 luglio 2017):
- ◘ un po' di storia
- ◘◘ le nostre attività
- ◘◘◘ la provincia oggi
◘ IL SIGNIFICATO DI UNA NUOVA REALTA' FRANCESCANA... NELLA TRADIZIONE - Il 7 aprile 2013 è il giorno di nascita della Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali. Infatti in tale data, nell'ambito del più ampio progetto di ridisegno delle giurisdizioni dell'Ordine, sono soppresse la «Provincia Bolognese» e la «Provincia Patavina», − entrambe intitolate a sant' Antonio di Padova che visse in queste terre e morì a Padova il 13 giugno 1231 −, che ora costituiscono la nuova Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova.
Con la creazione di questa nuova realtà si ritorna agli inizi, ovvero a com'era la Provincia quando fu istituita nel 1217 da san Francesco d'Assisi: un territorio comprendente l'attuale Italia settentrionale, una giurisdizione della quale per un certo periodo, dal 1227 al 1230, fu ministro provinciale (ovvero superiore, responsabile) lo stesso sant'Antonio di Padova, fattosi frate minore, "francescano", discepolo di san Francesco con il desiderio di dare la vita per il Vangelo, come martire in Marocco. Il Signore aveva avuto altri piani per lui facendolo approdare in queste nostre terre.
Già con il 1230, a causa della rapida evoluzione dell'Ordine e dell'eccessiva vastità territoriale, la grande Provincia viene, in tempi diversi, suddivisa in 4 Province: Marca Trevigiana (Marca Tarvisinae, corrispondente alle Tre Venezie), Lombardia (Mediolanensis), Genova e Bolognese (Romandiolae).
Dal 1400 la Marca Trevigiana diventa semplicemente "Provincia del Santo" a motivo di un territorio che, assieme a quello bolognese (attuale Emilia Romagna), fu profondamente segnato dalla presenza e dall'apostolato di sant'Antonio.
Dal 1400 la Marca Trevigiana diventa semplicemente "Provincia del Santo" a motivo di un territorio che, assieme a quello bolognese (attuale Emilia Romagna), fu profondamente segnato dalla presenza e dall'apostolato di sant'Antonio.
Va detto che precedentemente all'atto di nascita della nuova Provincia, sempre nel contesto della ristrutturazione delle Province del nostro Ordine di Frati Minori Conventuali, il 4 ottobre 1999 la Provincia Patavina si era unita, con decreto del ministro generale, con la Provincia Ligure-Piemontese, dopo che i rispettivi capitoli provinciali avevano approvato tale scelta (1997).
◘◘ IL CAMMINO IN VELOCE SINTESI - I territori citati (ovvero quelli delle ex Province: Patavina, Bolognese, Ligure-Piemontese) hanno conosciuto nel corso dei secoli un rapido ed incoraggiante sviluppo, radicandosi efficacemente nel territorio come presenza francescana animatrice di evangelizzazione, carità e cultura.
Hanno conosciuto momenti di vivacità e dinamicità quanto a numero di presenze di frati e conventi, vocazioni, opere intraprese sino a conoscere l' "ora della prova" costituita per tutti da ripetute soppressioni subite dagli ordini religiosi da parte dell'autorità religiosa prima e poi di quella civile, dalla bufera napoleonica al Regno d'Italia.
In grande sintesi, i secoli XVIII e XIX determinano la perdita di conventi, chiese, beni di diverso tipo incamerati dagli stati con la conseguente dispersione dei frati costretti a lasciare i propri conventi e a trovare rifugio presso altri. Perfino il convento del Santo, in Padova, per fare un esempio significativo, corre, nel 1867, il pericolo per la propria sopravvivenza a motivo del Regno d'Italia, che nel 1866 aveva annesso il Veneto. Il 23 marzo 1867 il governo italico occupa e s'impadronisce del convento, vi allontana i frati, obbligandoli a passare al clero secolare. Provvidenzialmente per una serie di favorevoli circostanze i frati possono rimanere per assicurare il servizio religioso alla basilica mentre i confratelli della Dalmazia (attuale "Provincia croata di san Girolamo") vengono in aiuto incorporando il convento del Santo e la Basilica tra i propri conventi. Sono gli anni della Provincia Dalmato-Patavina (1826-1907), fino al 1907, quando la Provincia Patavina viene resa autonoma dalla Provincia Dalmata, prendendo il nome conservato sino al 7 aprile 2013, "Provincia Patavina di S. Antonio", ripartendo con tre conventi, legati a sant'Antonio: il Santo a Padova, l'Arcella e Camposampiero (Pd).
Hanno conosciuto momenti di vivacità e dinamicità quanto a numero di presenze di frati e conventi, vocazioni, opere intraprese sino a conoscere l' "ora della prova" costituita per tutti da ripetute soppressioni subite dagli ordini religiosi da parte dell'autorità religiosa prima e poi di quella civile, dalla bufera napoleonica al Regno d'Italia.
In grande sintesi, i secoli XVIII e XIX determinano la perdita di conventi, chiese, beni di diverso tipo incamerati dagli stati con la conseguente dispersione dei frati costretti a lasciare i propri conventi e a trovare rifugio presso altri. Perfino il convento del Santo, in Padova, per fare un esempio significativo, corre, nel 1867, il pericolo per la propria sopravvivenza a motivo del Regno d'Italia, che nel 1866 aveva annesso il Veneto. Il 23 marzo 1867 il governo italico occupa e s'impadronisce del convento, vi allontana i frati, obbligandoli a passare al clero secolare. Provvidenzialmente per una serie di favorevoli circostanze i frati possono rimanere per assicurare il servizio religioso alla basilica mentre i confratelli della Dalmazia (attuale "Provincia croata di san Girolamo") vengono in aiuto incorporando il convento del Santo e la Basilica tra i propri conventi. Sono gli anni della Provincia Dalmato-Patavina (1826-1907), fino al 1907, quando la Provincia Patavina viene resa autonoma dalla Provincia Dalmata, prendendo il nome conservato sino al 7 aprile 2013, "Provincia Patavina di S. Antonio", ripartendo con tre conventi, legati a sant'Antonio: il Santo a Padova, l'Arcella e Camposampiero (Pd).
Il secolo XX segna per le Province citate una rinascita che porta ad un costante incremento numerico di frati con il conseguente recupero e riapertura, grazie a pazienti trattative, di chiese e conventi soppressi; all'aprirne di nuovi con l'affidamento da parte delle Chiese locali di parrocchie; ad una forte spinta missionaria al di fuori dell'Italia ("missio ad gentes" dapprima in Brasile, Argentina, Ghana, Indonesia e ultimamente in Cile).
Con il calo notevole di vocazioni, dovuto a diversi fattori sociale e culturali che riguardano l'intero mondo occidentale, l'ultimo trentennio vede, accanto ad una vivacità di ministero mai venuta meno, una progressiva riduzione di frati. Da anni pertanto le ex Province di questo territorio del nord Italia sono impegnate in un "ridisegno", una riduzione pensata delle proprie presenze: un compito che la nuova Provincia dovrà portare avanti con coraggio e nella fiducia che nei vari passaggi della Storia, anche quelli più faticosi, basti leggere il passato, è il Signore a condurre persone ed eventi in sentieri evangelici.
La storia iniziata il 7 aprile 2013 - La nascita della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova inizia il primo giorno del suo primo capitolo provinciale, il 7 aprile 2013 che è la domenica che conclude il grande ed unico giorno di Pasqua. Al Signore Gesù risorto, Signore del tempo e della storia, colui che si affianca nel cammino come un giorno ai discepoli tristi e smarriti di Emmaus, aiutandoli a leggere fatti ed eventi alla luce della sua vita e parola, affidiamo fiduciosi la strada che s’apre davanti a noi.
Siamo certi poi di avere in sant’Antonio, fedele ed appassionato discepolo di san Francesco, il nostro caro confratello e patrono, grande maestro ed intercessore.
Volto e luoghi - Siamo oggi circa 300 frati presenti nel nord Italia, nella delegazione del Portogallo che è la patria di sant’Antonio (3 comunità) e nella delegazione del Cile (3 comunità).
Sono legate alla Provincia le Custodie: “San Bonaventura” di Francia-Belgio (4comunità); “S. Antonio di Padova” del Ghana (4 comunità); “Maria Immacolata” dell’ Indonesia (8 comunità), ovvero realtà che sono nate dalle ex Province (Francia-Belgio e Ghana dalla Provincia Patavina; l’Indonesia dalla Provincia Bolognese) e che si avviano a diventare, quando i tempi saranno maturi, Provincia.
Sede e “cuore” della Provincia ed anche della curia provinciale è il Convento del Santo, a Padova, presso la Pontificia Basilica di sant’Antonio che custodisce la tomba del nostro patrono, “il Santo che tutto il mondo ama”.
Appartengono ora alla Provincia 34 conventi in Italia (4 di prossima in chiusura), molti dei quali con parrocchia, 3 conventi in Portogallo, 3 in Cile, e una fraternità (Cologna Veneta) affiliata al Convento S.Antonio Dottore.
Servizio ed attività - Percepiamo di essere una Provincia cui il Signore e l’intercessione fraterna dei nostri Santi, sant’Antonio in primis, ha affidato – non ultimo grazie all’ingegno di tanti nostri frati che ci hanno preceduto −, tanti mezzi e possibilità e che ha cercato di rispondere alle domande della storia con una costante apertura missionaria, in spirito di condivisione; una fraternità provinciale di frati che cerca di approfondire la propria identità in un cammino di formazione e conversione permanente per vivere oggi il carisma francescano.
Le nostre attività si possono riassumere entro un binomio, “Vangelo e Carità”, che è la sintesi della figura ed opera di sant’Antonio: evangelizzare o, più semplicemente, cercare di vivere il vangelo in uno stile di condivisione, con un’attenzione privilegiata ai poveri.
Siamo così sparsi nel territorio con un’attività, un servizio pluriforme unificato dall’identità francescana e dall’impronta antoniana (“Vangelo e Carità”, appunto), con:
- comunità che animano parrocchie e/o santuari o chiese conventuali inseriti in varie Chiese locali;
- altre che servono opere caritative;
- altre che sono sede di centri culturali, di spiritualità ed accolgono giovani in cammino e giovani frati in formazione.
Quanto al Vangelo ovvero al servizio dell’evangelizzazione segnaliamo: il Messaggero di S. Antonio (1898) con la sua attività editoriale di proposta culturale tramite riviste e nuovi media; l’Istituto Teologico S. Antonio Dottore (1938) e il Centro Studi Antoniani (1959) in Padova, il Centro Dantesco (1932) in Ravenna.
Quanto alla Carità, due comunità sono dedite a tempo pieno a favore di persone bisognose: il Villaggio S.Antonio di Noventa Padovana (1955), con attenzione ai minori in difficoltà e a persone con disabilità, e la Comunità S.Francesco di Monselice-Pd (1980) impegnata nel disagio sociale derivante da forme varie di dipendenza.
In altre comunità si presta servizio nella pastorale carceraria (Parma e Como), in quella degli anziani (Casa Kolbe a Pedavena-BL).
Si può infine dire che in molte, laddove è possibile, è attivo un “segno” caritativo a favore dei poveri e di famiglie in difficoltà.
Quanto alla Carità, due comunità sono dedite a tempo pieno a favore di persone bisognose: il Villaggio S.Antonio di Noventa Padovana (1955), con attenzione ai minori in difficoltà e a persone con disabilità, e la Comunità S.Francesco di Monselice-Pd (1980) impegnata nel disagio sociale derivante da forme varie di dipendenza.
In altre comunità si presta servizio nella pastorale carceraria (Parma e Como), in quella degli anziani (Casa Kolbe a Pedavena-BL).
Si può infine dire che in molte, laddove è possibile, è attivo un “segno” caritativo a favore dei poveri e di famiglie in difficoltà.
La Caritas Antoniana (1976) coordina e programma le attività caritative a livello nazionale ed internazionale come le campagne lanciate e rendicontate annualmente nel “Messaggero di S. Antonio”, grazie agli aiuti che provengono dai devoti di S.Antonio sparsi in tutto il mondo.
Così, meglio che possiamo, come frati della Provincia Italiana di S.Antonio di Padova cerchiamo di esprimere con la testimonianza della vita e delle opere la dedizione al Padre che è nei cieli, servendo con passione la Chiesa e il mondo laddove ci troviamo (lieti di appartenere alla famiglia di san Francesco nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali).
La Provincia fa parte della Federazione Intermediterranea dei Ministri provinciali (FIMP), uno dei vari "ceti" nei quali si articola l’Ordine dei Frati Minori Conventuali. La Conferenza comprende le Province e Custodie d’Italia, Spagna, Francia, Malta, Romania e la Delegazione generale del Medio Oriente.
Dati statistici della Provincia Italiana di S.Antoino di Padova (aggiornamento: 25 luglio 2017):
- professi solenni 285;
- professi temporanei15;
- novizi 4.