Omelia per le Professioni solenni, di fr. Giovanni Voltan, Ministro Provinciale PISAP
Cari Frati Antonio Francesco (Biasiotto), Roberto Pietro (Bosio), Andrea (Bottaro), Simone Maria (Milani), Andrea Paolo Maria (Scalvini), Andrea Pietro (Tosi),
questo è un giorno di grande emozione, di intensa gioia, anzitutto per voi e per la nostra Provincia religiosa di Frati Minori Conventali intitolata a S. Antonio di Padova. Non solo perché siete in sei, ma perché ogni risposta alla chiamata del Signore che diventa sì è tale da rapirci lo stupore per quanto il Signore compie.
Con la Parola da voi scelta, ci dite che siete giunti a questo sì per sempre attraverso un cammino per tutti obbligatorio e per ciascuno personalizzato ovvero il percorso dell'ascolto attento della voce del Signore. Non è stata una folgorazione, un tutto-subito, c'è voluto discernimento, avete avuto bisogno di tempo, di mediazioni, di persone che, come il sacerdote Eli (cf. prima lettura: 1 Sam 3,1-10), hanno rischiarato la vostra notte e vi hanno insegnato, -facendosi essi stessi discepoli-, a riconoscere, tra le voci, la Voce del Signore. E il vostro è stato un movimento obbedienziale ("obbedire" dal latino ob-audire che significa appunto "ascoltare"), per aderire fino in fondo al Signore che ha parlato al vostro cuore.
Nel vangelo di Giovanni (Gv 15,9-12) mi pare di cogliere lo smarrimento impastato con la riconoscenza che vi ha presi -e vi prende- quando avete realizzato che tutto è dono suo, viene dal "per primo" di Dio che supera ogni nostro tentativo di "merito": "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga". Davvero quanto grande è l'amore, la stima che il Signore ha per voi nel desiderare per voi/noi una vita feconda di un bene duraturo!
Nello scorso luglio, parlando a braccio ai religiosi nel viaggio apostolico in America Latina, Papa Francesco ha lasciato tre parole che volentieri vi porgo perché le sento in sintonia con il Vangelo scelto e sono vera provocazione per ciascuno di noi. La prima parola è gratuità: "Voi non avete pagato l'ingresso per entrare nella vita religiosa. Non ve lo siete meritato. E' tutto gratuito". Di qui il consiglio: "Tutte le sere ricollocatevi nella gratuità", coltivando "un senso di gratitudine". E quest'atteggiamento ci porta alla seconda parola del Papa: la memoria. "Chiedete la grazia di non perdere la memoria, di non sentirsi più importanti, di non dimenticare il luogo da cui provengo". Infine, terza parola, il servizio. "Dio mi ha scelto, mi ha preso per cosa? Per servire, è il servizio che mi è peculiare". Gratuità-memoria-servizio: fate/facciamo nostra la consegna che ci fa Papa Francesco.
Cari frati, questa vostra professione solenne e definitiva a seguire per sempre il Signore, -come Lui casti poveri e obbedienti-, nella nostra famiglia francescana avviene in un contesto storico ed ecclesiale tutto particolare. Siamo nell'Anno della Vita Consacrata, ormai alla vigilia del Sinodo dei Vescovi sulla vocazione e missione della Famiglia e a breve, l'8 dicembre, inizierà il Giubileo straordinario della Misericordia. La sintesi che mi vien da fare è che siamo frati-consacrati a servizio della famiglia (di quanti ne vivono la bellezza e dei più che ne vivono il disagio, la stanchezza, i rapporti spezzati, di quanti non si sentono figli, fratelli, di quanti sono poveri, non amati...) nell'atteggiamento della misericordia che ben si confà al carisma francescano e che possiamo offrire alla Chiesa, nostra madre, dimostrandoci veramente fratelli di ogni uomo.
Siamo poi, significativamente, alla vigilia della solennità di San Francesco d'Assisi e stasera nelle chiese francescane rievocheremo e celebreremo il suo "transito" avvenuto il 3 ottobre del 1226, a 44 anni di vita. Francesco, come riportano i testimoni, volle essere posto nudo sulla nuda terra, almeno per il tempo che ci voleva per percorrere un miglio: voleva incontrare così il suo Signore, in coerenza con tutta la sua vita. Che la vostra vita, -ma lo dico anche a me-, sia spoglia di cose, di pretese, ma ricca di bene, del dono di sé per essere lietamente povera, libera ed aperta a quello che il Signore vorrà e vi donerà.
Siamo contenti, come vostra Famiglia, di accogliervi a titolo definitivo nella nostra Fraternità, di avervi per sempre con noi: serviamo insieme il Signore e la sua Chiesa sull'esempio di san Francesco e di sant'Antonio, suo fedele discepolo, cercando sempre ed insieme, con passione ed intelligenza, come possiamo vivere nell'oggi la nostra bella vocazione francescana.
Permettetemi, infine, di dire grazie ai vostri genitori, -anche a quelli che sono in cielo-, alle vostre famiglie, alle parrocchie ove siete cresciuti, ai sacerdoti che vi hanno seguito e a quanti hanno accompagnato il vostro cammino, compresi i formatori incontrati dall'accompagnamento vocazionale in su: quanti in qualsiasi modo sono stati per voi, come il sacerdote Eli, mediazione sua e certezza della sua presenza.
Buon cammino, cari frati! Serviamo insieme - da fratelli - il Signore Gesù!
Il Santo Padre Francesco ha fatto giungere ai neo-professi, nel giorno della loro consacrazione definitiva, il seguente telegramma:
Ai Reverendi fr Antonio Francesco Biasiotto, fr Roberto Pietro Bosio, fr Andrea Bottaro, fr Simone Maria Milani, fr Andrea Paolo Maria Scalvini e fr Andrea Pietro Tosi nella lieta circostanza della loro professione religiosa solenne, il Sommo Pontefice Papa Francesco esprime vivo compiacimento e fervido auspicio di perseverante fedeltà agli ideali della vita consacrata nella totale dedizione a Cristo e mentre invoca su di loro larga effusione dei favori divini per la costante ascesa interiore e servizio alla Chiesa sempre animato da viva carità imparte loro di cuore l'implorata Benedizione Apostolica che volentieri estende al Rev Padre Provinciale Giovanni Voltan, che presiede la celebrazione, ai confratelli, ai familiari ed ai presenti al sacro rito.
Dal Vaticano, 3 ottobre 2015
Cardinale Pietro Parolin
Segretario di Stato di Sua Santità