4-4-3. Potrebbe essere lo schema calcistico preferito da Mourinho, vero. Qualcuno ama di più il 3-1-4-2-2. Dipende anche dagli uomini che hai. Per noi sono invece i frati della Delegazione del Portogallo: 4 a Lisbona, 4 a Coimbra, 3 a Viseu. Undici: tutti rigorosamente titolari. Panchina non esiste e guai a infortunarsi! Li abbiamo incontrati in visita fraterna nel cosidetto Definitorio "lungo" di questo giugno, dal 15 al 24. Abbiamo trovato dei frati contenti e motivati. In generale corrono molto a Lisbona (i frei, diminutivo di affetto di frades-frati: Fabrizio, José Augusto, Eliseo, Giampietro) con tre chiese (S. Maximiliano, S. Clara, S. Beatriz: tutte con regolare catechesi, corsi vari, messe d'orario) per un totale di 40 mila anime; si immolano per star dietro ai funerali, rischiano di sclerare per tanti imprevisti. Corrono alla grande anche a Coimbra (con i frei Domenico, Severino, Paolo, Josè Carlos) dove, a S. Antonio dos Olivais, Fernando, grazie al passaggio dei Protomartiri, è diventato frei Antonio: anche qui 20 mila anime, 10 cappelle con messe, catechesi, annessi e connessi. Si corre anche a Viseu (frei Pedro, Gianni, Francesco), per quanto una chiesa conventuale, la bella Igreja do S. Francisco, cuore della città, permetta d'essere più 'stanziali' nell'accoglienza di quanti vengono a cercare riconciliazione, una parola, l'ascolto. Insomma comunità compatte, che a dispetto di acciacchi e anni che crescono, non ricusano il lavoro pastorale. I vescovi, incontrati tutti e tre −Ilidio di Viseu, Virgil di Coimbra e il Patriarca di Lisbona, Manuel Clemente, venuto a cena al convento di Lisbona con grande familiarità – sono contenti dei nostri perché sono pienamente inseriti nelle chiese locali, senza perdere il carisma francescano, anzi offrendolo alle diocesi.
Confermiamo: la grande mole pastorale trova i nostri gelosi custodi della preghiera comunitaria, attenti ad esserci ai pasti, premurosi nel salvare giornate di ritiro e ogni 40 giorni l'incontro intercomunitario tra le tre comunità, coordinate dal Delegato f. Fabrizio. Non manca il desiderio di esserci e fare di più per l'animazione vocazionale, liberando energie e spazi. Come Definitorio, dopo aver fatto tappa e un incontro in ciascuna comunità, li abbiamo 'promossi', ritenendo significative tutte e tre le nostre attuali presenze, nella loro differenziazione e accentuando la necessità di rischiare di più nell'animazione dei giovani in termini di proposta vocazionale.
Verso la fine dei giorni lusitani, abbiamo ri-incontrato, in Fatima, tutti i frati della Delegazione ri-ascoltandoci e affidando loro la 'restituzione' del Definitorio. Poi ci siamo involati in un'uscita fraterna, gustando un 'posticino' appositamente scelto da f. Severino: la Serra de Marvão con il suo magnifico castello (peccato che, per i più curiosi, cliccando in internet possiate solo immaginare il menù turistico di f. Severino).
Accanto ai giorni di visita, il campo-base è stato Fatima ove nei giorni residenziali abbiamo lavorato, affidando ogni giorno a Maria, con il rosario in Cova de Iria, preoccupazioni e speranze della nostra fraternità provinciale, delle Delegazioni e delle Custodie. In Fatima abbiamo iniziato con il ritiro guidato da f. Fabrizio e concluso con una messa internazionale (domenica 21 giugno) e una sosta congiunta Definitorio-Delegazione. "A luz de Cristo ilumina a terra inteira, alleluia, alleluia": con questo ritornello d'ogni inizio rosario, a Fatima abbiamo chiesto di camminare tutti nella luce e pace del Signore, per il Cuore immacolato della nossa Senhora che un giorno in quel luogo sperduto affidò a tre piccoli (Lucia, Giacinta e Francesco) un messaggio di luce e pace per l'umanità e di cui il mondo ha ancora estremo bisogno.