IV Domenica di Pasqua o del Buon Pastore
"Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario -che non è pastore e al quale le pecore non appartengono- vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore" (Gv 10,11-13).
Gesù è bello e buono perché offre quanto di più prezioso ha: la vita, la sua vita. Non si trattiene. E non solo quando le cose vanno bene, ma anche quando noi, -suo gregge, sue pecore-, siamo aggrediti o ci perdiamo, il pastore diventa ‘guerriero’ perché per lui ognuno di noi è prezioso e unico (“conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”). Ciascuno di noi, uno a uno. Anche quanti, uomini-donne come noi, nostri fratelli e sorelle, nel canale di Sicilia hanno ricevuto la morte da mercenari, ai quali nulla importava di loro (com’è tremendamente vero il Vangelo!). Offrire la vita è il modo di amare e lottare che Gesù ci consegna per fare come lui. Ancora una volta: amati da lui, diveniamo capaci di amare gli altri (che ci “importano”).
La nostra fraternità provinciale vive la gioia dell’imminente ordinazione diaconale di fra Nicola, dell’ ordinazione sacerdotale di fra Daniele e fra Manuel (sabato 2 maggio presso la basilica del Santo-Padova): chiediamo diventino pastori buoni, alla scuola di Gesù.
E ci impegniamo tutti, a partire dalla richiesta di Gesù stesso, a pregare per le vocazioni.