Fra Giuseppe Bellini, a nome dei frati del convento San Francesco di Copiapó (Cile) ci fa sapere come sono andate le ultime settimane dopo la terribile alluvione che ha colpito la città e la zona desertica il 25 marzo. Qui potete rileggere il primo comunicato.

copiapo5Copiapo' 6 aprile 2015, Lunedí dell'Angelo
Desidero dirvi subito che noi tre frati stiamo bene. Siamo circondati dal fango: il settore di fronte alla san Francesco è stato particolarmente colpito. Varie le famiglie che hanno perso tutto (accanto a famiglie con una buona situazione economica ci sono anche famiglie povere e parecchi anziani). Sempre in questo settore, parzialmente colpita la cappella di santa Chiara. Risparmiati invece il cosidetto settore missionario (Cartavio, Barrio Nuevo, Colina e Ampliación) e Borgogno (entrambi in altura). Per quanto riguarda la zona de las Haciendas (zone di olivi e alcune produzioni di ortaggi), i danni maggiori si sono avuti a livello di abitazioni in san Pedro (salve le tre cappelle che abbiamo, compresa quella di Toledo dove ci avevano male informato circa seri danni alla stessa). A san Pedro vivono anche i nostri laici Angela, Salvatore, il loro bimbetto José (di 11 mesi) e una bimba in arrivo: a san Pedro il fango ha circondato cappella e casa dei nostri amici senza però entrare. Fabrizio e Fabio sono già andati alcune volte a vederli: stanno bene e sembrano più che intenzionati, per il momento, a rimanere (attraverso di loro possiamo distribuire parte di quanto ci sta arrivando in questi giorni); oggi andremo tutti e tre da loro. In convento abbiamo al momento 7 ospiti e ogni giorno si preparano un 25-30 pasti prendendo in considerazione anche varie persone che stanno lavorando nelle case per togliere il fango. È stata davvero una settimana Santa "speciale" forse, almeno per me, la più Santa (in termini di tristezza, dolore, pena, passione) e la meno Santa (in termini di liturgia: Giuseppe e Fabio, che lavorano nei settori non colpiti dall'acqua e dal fango, sono riusciti a realizzare le diverse celebrazioni con una discreta/buona partecipazione; per Fabrizio, il parroco, è stato più duro, con una scarsissima partecipazione di gente rispetto alle "vette" del passato a causa della notevole difficoltà a circolare con auto e a piedi).
Si percepisce una non indiferente incapacità a organizzare, a coordinare, ma è anche vero che è stata una vera catastrofe!! Come sempre succede in queste situazioni drammatiche si scoprono però le cose piú belle di noi uomini: la capacitá ad aiutarsi tra vicini con una speciale attenzione ai più deboli (anziani, bambini, donne), il dare animo e speranza a quanti stanno soffrendo, il ringraziare il Buon Dio per essere vivi pur avendo perduto...
Tutti e tre ci siamo vaccinati per influenza e tetano, mentre per epatite l'attenzione primaria è per i bambini (mi sembra di capire che le dosi disponibili sono assai poche). Però, ripeto, a parte la stanchezza più psicologica che física (io ad esempio non ne posso più di fango anche perché in questa ultima settimana sono uscito camminando tutti i giorni e sempre pestando fango e fango e l'idea di tenercelo chissà ancora per tanto tempo....).
Chiudo con una nota sorridente: tutte le sere cerchiamo di prepararci una "ricca" pasta asciutta e che buona che è!! Siamo fiduciosi e impegnati a iniettare speranza nei nostri amici (alcuni dei quali bravissimi e con un cuore "bellissimo"). E poi chi scrive è piú che sicuro che il Risorto sta camminando a pieno ritmo in mezzo al nostro terribile fango fermandosi a parlare, abbracciando con tenerezza e susurrando: non abbiate timore, sono qui con voi!
                                                                                                                                        I frati di Copiapó

Alcune foto della situazione:copiapo2copiapo3copiapo4copiapo6
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