Esercizi Spirituali della Delegazione del Portogallo
9-13 Febbraio 2020
A che cosa siamo invitati, Signore?
Dal 9 al 13 Febbraio, i frati della Delegazione de Portogallo, si sono incontrati tutti insieme a Fatima per vivere alcuni giorni di ritiro.
Questa proposta rappresentava una duplice novità: era la prima volta che nella Delegazione si facevano gli Esercizi Spirituali tutti insieme, inoltre il predicatore era un teólogo, laico, con famiglia, il prof. Juan Ambrósio.
Le nascevano da una domanda di fondo: “A che cosa siamo invitati, Signore?”.
Abbiamo riflettuto sulla nostra Identità e Missione, partendo dal nostro rapporto con Dio e la realtà storica in cui viviamo. Il predicatore ci ha aiutato a compiere un percorso reflettindo sulle sfide che il mondo oggi ci presenta, sulle idee forti che guidano la Chiesa, soprattutto nel pontificato di Papa Francesco, offrendoci alcune piste per la Vita Consacrata oggi.
Lo sguardo sul mondo ci fa constatare che stiamo vivendo un cambio paradigmatico nel quale si stanno forgiando nuove basi per l’umanità. E noi religiosi non possiamo tagliarci fuori da questa riflessione, ma ci obbliga a una pausa per capire il nostro modo di essere e di stare in questa realtà. Che cosa è imprinscibile e deve continuare? Che cosa deve cambiare o deve essere forzosamente messo in discussione?
Juan Ambrósio ci ha messo più volte davanti a due polarizzazioni o tentazioni: Dio nel mondo, o il mondo di Dio, utilizzando anche la figura di Teresa d’Avila e la sua esperinza mistica quando il Signore gli dice: «Cerca-Mi in te» e «Cerca-ti in Me» (immanenza transcendente). Mentre la cultura di oggi è un «Cerca-ti in te» (transcendenza immanente).
Il predicatore ci ha portati, quindi, a una concreta e esigente definizione sul «a che cosa siamo chiamati ad essere», come religiosi:
«Siamo chiamati a contemplare Dio, ponendo l’accento sulla custodia speciale di chi non è custodito» (in portoghese è un gioco di parole molto efficace: «cuidado especial pelos descuidados»).
In concreto significa: centrati in Dio, possiamo riconoscere qual è il modo di Dio di volgere lo sguardo sui “non-custoditi”. Il nostro agire deve evidenziare la custodia di Dio per costoro. Ci sono nuovi luoghi che reclamano la nostra per testimoniare che Dio non si dimentica di loro. Il ministero di Papa Francesco ci sfida a un rinnovamento interno, uscendo dalla autoreferenza per andare incontro alla cura della casa comune. Siamo chiamati a una vita santa e all’esercizio della misericordia offerta a tutti. Siamo inviati a un ministero di benedizione, per far fronte ai drammi nella vita dei più poveri. Siamo, inoltre, chiamati ad essere dei Mistici e Profeti attraverso la semplicità della vita francescana.
Per questo, è necessaria oggi in noi religiosi una reconfigurazione/ristrutturazione della nostra vita, che implica due movimenti: un continuo ritorno alle origini e un costante « Hoje somos chamados a uma reconfiguração/restruturação que implica dois movimentos: uma continua ida às fontes e un costante “prendere il largo”. Distinguendo sempre nella nostra vita ciò che è strutturale e ciò che è storico. Osare nuovi percorsi senza la paura di sbagliare, perchè nell’avanzare non ci sono mai certezze assolute, ed è preferibile errare che rimanere per tutta la vita indecisi.
Concretamente: che cos’è fonfamentale per le nostre comunità di Coimbra, Lisbona e Viseu? Dove ci troviamo e qual è il “largo” verso il quale siamo chiamati?
È gioco forza conoscere il mondo! Non è possibile annunciare il Vangelo senza conoscere la realtà in cui viviamo ou continua ndo a guardarla con sospetto.
La sfida consiste in un rinnovamento nel nostro modo di viver e, nel nostro modo di pensare (le nostre letture teologiche della realtà), nella nostra spiritualità e nel modo di pregare.
- Penso che questo Ritiro rappresenta un grande stimolo per avviare una seria riflessione sul nostro presente e futuro, come Delegazione. Siamo sfidati a fare una lettura della nostra realtà e ad avviare decisioni per il futuro. Non possiamo «costruire la casa dal tetto», ma in primo luogo mettere le basi attraverso questa riflessione.
Frei José Carlos Cerdeira Matias
16 Febbraio 2020