Festa della Lingua 2019
17 febbraio 2019
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Anche dalla Polinesia per omaggiare il Santo, quasi 3 milioni i visitatori nel 2018 da 82 nazioni
Il bilancio del movimento spirituale in Basilica di Sant’Antonio riporta un aumento dei pellegrini e degli stati di provenienza dei devoti rispetto all’anno precedente e una maggiore partecipazione alle celebrazioni
14 Febbraio 2019| di Ufficio Stampa Messaggero S. Antonio Editrice
Più devoti, da più parti del mondo, più comunioni distribuite, ma meno pellegrinaggi organizzati. Sono alcuni dei dati che emergono dal movimento spirituale in Basilica di Sant’Antonio nel 2018, reso noto dai francescani conventuali di Padova alla vigilia della Festa della Traslazione di Sant’Antonio, tradizionalmente chiamata Festa della Lingua, che si celebrerà domenica 17 febbraio.
Nella Cappella della Reliquie nel 2018 sono transitate 1.215.961 persone, con un aumento di 32.196 unità rispetto all’anno precedente (1.183.765 persone), tornando quindi ai flussi del 2016, anno giubilare. Il giorno di maggiore affluenza alla Cappella del Tesoro è stato il 13 giugno, Solenne Festa del Santo, seguito dal 15 agosto, Assunzione di Maria Vergine, e 8 dicembre, Immacolata Concezione, ma il mese con più passaggi alla cappella è stato invece ottobre. In aumento anche coloro che si sono accostati all’Eucaristia: sono state infatti 525.000 le comunioni distribuite in 15.841 messe celebrate, contro le 440.000 del 2017 in 16.297 messe.
Lo scorso anno sono stati registrati nella sacrestia del Santo 5.595 gruppi organizzati di pellegrini, per un totale di 247.250 persone da 82 nazioni, cinque Paesi in più del 2017. Di questi gruppi, 1.524 sono italiani, per un totale di 72.747 pellegrini, e 4.071 stranieri, per 174.503 persone. Il dato, benché indichi un segno meno rispetto al 2017 (272.084 pellegrini in 6.482 gruppi), è bilanciato, come si è potuto notare, da una complessiva maggiore partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, che qualifica la visita in basilica per ragioni religiose.
Per quanto riguarda i Paesi di provenienza dei gruppi esteri registrati nel 2018, come da alcuni anni il più rappresentato è stato la Polonia, con 35.679 pellegrini (erano 33.753 nel 2017), che continua così una tradizione iniziata con Giovanni Paolo II, ultimo pontefice a visitare la basilica nel 1982. Al secondo posto la Francia con 12.139 pellegrini (era 3° nel 2017), al terzo il Brasile con 11.704 pellegrini (era 5° nel 2017), a seguire la Spagna e la Croazia, quest’ultima una new entry tra le prime cinque nazioni maggiormente rappresentate a cinque cifre. Ci sono anche stati dai nomi decisamente esotici: per la prima volta dalla Polinesia sono arrivati 16 pellegrini, uno dei gruppi più piccoli insieme a Santo Domingo (10), Benin (22) e Siria (40). Ma a pregare alla Tomba del Santo sono arrivati anche da Islanda, Venezuela, Estonia, Nuova Zelanda, Tailandia, Vietnam, Nigeria, Uganda.
La classifica dei pellegrinaggi italiani per regione vede al primo posto sempre il Veneto (21.103 presenze in pellegrinaggi organizzati), la Lombardia (11.561), l’Emilia Romagna (6.928); la Toscana (4.805) e il Lazio, che con 3.876 ritorna tra le prime cinque regioni per provenienza dei pellegrini italiani.
Numeri, quelli esposti, che vanno a sommarsi ai moltissimi turisti in visita, autonoma o organizzata, al santuario antoniano - stimati complessivamente in circa 3 milioni di visitatori annui, tra pellegrini e turisti - e che fanno del Santo e della sua città, una meta decisamente importante a livello internazionale.
Festa della Lingua - Calendario delle principali celebrazioni in basilica
- Santa Messa delle 8.00 presieduta dal Vice Rettore della basilica, p. Giorgio Laggioni, e trasmessa in diretta su Radio Maria.
- Alle 10.00 Santa Messa per gli associati al «Messaggero di sant’Antonio» celebrata da p. Fabio Scarsato, Direttore editoriale del Messaggero di sant’Antonio.
- Alle 11.00 Santa Messa solenne, animata dalla Cappella musicale antoniana, celebrata dall’arcivescovo Fabio Dal Cin, Delegato pontificio per la Basilica.
- Alle 17.00 infine Santa Messa cantata, animata dalla Cappella musicale antoniana, presieduta da padre Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali, seguita dalla Processione con le reliquie di sant’Antonio all’interno della basilica (non ci sarà la messa delle ore 18.00).
In 5mila per la festa della Lingua
Fonte "Il Gazzettino di Padova" di Lunedì 18 Febbraio 2019, pagina 9
Ieri la messa e la processione al Santo. Dal Cin: «Attenti all’uso delle parole»
PADOVA L'evangelico «beati i poveri» e «il prodigio della Lingua incorrotta del Santo, che è un forte invito a ritornare al Vangelo» sono riecheggiati ieri nella basilica dei frati minori conventuali per la festa della Traslazione dei resti mortali di frate Antonio. 756 anni dopo quell'evento miracoloso, i fedeli non hanno mancato di gremire (circa cinquemila persone) il tempio antoniano nei due momenti più significativi della giornata: la solenne liturgia delle 11 col delegato pontificio Fabio Dal Cin e la tradizionale processione dopo la messa vespertina col ministro provinciale dei frati padre Giovanni Voltan.
Nell'omelia, monsignor Dal Cin, che ha pure portato la benedizione del Papa, ha richiamato il brano evangelico del Beati i poveri, sottolineandone il senso. «Siamo beati quando ci appoggiamo a Dio! Ci aggrappiamo a Lui! Bisogna però passare dalla presunzione di bastare a se stessi, costruendosi un paradiso finto, all'abbandono fiducioso tra le braccia del Padre altrimenti: la fame resta la fame, il pianto resta pianto, la povertà resta povertà». Beati, insomma, tutti quelli «che si appoggiano a Dio. Poveri di se stessi e ricchi di Dio», e poi, parole contro la corruzione e i corrotti.
Richiamandosi alla festa del giorno, il presule ha aggiunto: «L'uomo da solo, senza Dio, è egoista, perciò confidare solo nelle creature alla fine delude sempre, a volte ci turba, mentre altre volte i tradimenti, le violenze, le calunnie, ci feriscono profondamente. Anche la lingua ha la sua parte», e qui Dal Cin ha ricordato l'ammonimento del Papa: «Sparlare degli altri è terrorismo, è come buttare una bomba per distruggere le persone e poi darsela a gambe e mettere in salvo se stessi». Concludendo: «Ci farà bene domandarci: con la mia lingua semino benedizione, pace, unità, riconciliazione, comprensione? O semino maledizione?».
Alla messa solenne mattutina sono intervenuti, fra gli altri, i presidenti della Veneranda Arca, presenti pure nel pomeriggio alla processione all'interno della basilica, che ha visto tanti devoti, le associazioni del volontariato, rappresentanze degli ordini religiosi.
Nell'omelia, padre Voltan ha ugualmente sottolineato quel Beati i poveri consustanziale agli ordini minoritici: «Stupisce come santi quali Francesco e Antonio provenienti da famiglie ricche hanno voluto fare questo percorso di semplificazione: dare via le cose, liberarsi per farsi poveri, avere il cuore libero per riempirlo della gioia del Vangelo, per entrare in una relazione nuova con le persone, le cose, il creato. Con la vita». Ancora: «Una sintonia fra la Lingua di Sant'Antonio e il messaggio di Gesù. Come la lingua di Gesù, anche quella di Antonio, non ha avuto peli: è stata diretta sia nell'indicare la vita bella del Vangelo, rappresentata dalle beatitudini, sia nel dare scossoni forti ovvero ammonizioni per indurre a cambiare vita (…) Come Gesù, Antonio non ha avuto paura di dire a persone ricche e gonfie di sé: Dove sei in questo momento della tua vita? Da cosa fai dipendere la tua vita? Dov'è il tuo cuore? Tremendo il miracolo del cuore dell'avaro raffigurato su marmo vicino alla sua tomba: il cuore di quella persona famosa di cui si stavano celebrando le esequie non era nel suo petto ma nella sua cassaforte, tra i soldi, come aveva detto frate Antonio, che non s'era fatto scrupolo di rovinare quel funerale fatto in pompa magna».
Alla fine della processione, padre Voltan ha impartito la benedizione con la reliquia del Dito del Taumaturgo.
Giovanni Lugaresi