santachiara2015
"La grazia di non perdere la memoria"

Papa Francesco, nell’incontro con i sacerdoti, religiosi/e e seminaristi, nel santuario mariano di El Quinche, in Ecuador, ha raccomandato di fare della propria vita un dono, un servizio gratuito. “Non avete pagato l’ingresso per entrare in seminario o nella vita religiosa... Tutte le sere ricollocatevi in questa gratuità... E fate attenzione a non cadere in una malattia che è molto pericolosa per quelli che il Signore ha chiamato a seguirlo e servirlo gratuitamente: non cadete nell’Alzheimer spirituale... Facciamo memoria delle meraviglie che il Signore ha operato nella nostra vita. E’ un lavoro di tutti i giorni, chiedete questa grazia della memoria.santachiara2015b
Leggendo e rileggendo questo discorso - fatto a braccio - sono stata richiamata al ricordo costante che Chiara - come Francesco - fa della sua “uscita dal mondo”.
Gli artisti sembrano aver colto l’importanza di questo gesto; un gesto che si pone come spartiacque nella vita di Chiara, assumendo un significato sempre più profondo. Sono tante infatti le opere - dipinti, miniature, vetrate, affreschi - che “ritraggono” questo momento (anche nella nostra chiesa vi è una lunetta, dipinta da Gino Spalmach).
La Leggenda racconta che Chiara, uscita di notte dalla sua casa, è accolta alla Porziuncola da Francesco e dai suoi frati. Lì avviene l’abbandono degli abiti lussuosi (Francesco li aveva lasciati sulla piazza d’Assisi...) e il taglio dei capelli da parte del Santo. Lì ha inizio una sequela che trova solo nel Vangelo la mappa sicura.
Memore del tuo proposito... sempre vedendo il tuo principio...avanza...”, raccomanda Chiara all’ amica e sorella Agnese di Praga. Si può perseverare in un percorso solo richiamando alla mente - e al cuore!- il desiderio, l’ideale che ci ha spinti a muovere il primo passo. Occorre rinnovare questa “grazia della memoria” e ripercorrere la vita tutta - anche quando i piedi si fanno lenti e dolenti - per riscoprirvi con stupore e gratitudine le orme del Figlio di Dio, “che si è fatto nostra via” (Test.Ch.), ripercorrerla, riandando “ai momenti di felicità che si sono avuti, che fanno dentro come dei nodi in una corda, che le impediscono di scivolarvi troppo in fretta fra le mani...”(Ramuz).
Una Sorella di S. Chiara

Monastero S.Chiara a Faenza, ieri e oggi

La presenza delle Sorelle Povere di S. Chiara nella città di Faenza è attestata fin dal 1223 “sull’isola di S. Martino”; quello di Faenza fu il tredicesimo monastero aggregato all’Ordine di S. Damiano d’Assisi.
Dall’isola, le monache si trasferirono ben presto più vicino alla città, ma non restarono a lungo nel secondo monastero di San Martino in Poggio e circa nel 1379 andarono ad abitare presso Porta Ravegnana, dove rimasero per 5 secoli, ampliando nel tempo l’edificio monastico (oggi piazza Rampi, uffici del Comune).
Lungo i secoli, il monastero di S. Chiara aprì la propria disponibilità all’educandato; fu poi un’educanda, Domenica Maria Rampi che, vestito l’abito delle clarisse col nome di Suor Teresa, nel 1805 riorganizzò e diede prestigio all’educandato, riuscendo a farlo sopravvivere anche alla soppressione napoleonica. Le monache furono disperse, ma poterono poi ricostituire la Comunità.
Nel 1862 chiesa e monastero furono nuovamente chiusi: le Monache dovettero abbandonare il convento e ospitate al Monastero S. Umiltà fino al 1878, quando fu loro offerto il palazzo Rampi, in Via della
Croce. Con la nuova sistemazione, anche l’educandato fu accresciuto e completato da nuovi corsi scolastici; nel secondo dopoguerra, nonostante i bombardamenti avessero gravemente danneggiato l’edificio e distrutto la chiesa, le Monache ripresero l’attività educativa, dedicandovi le migliori energie, senza tuttavia trascurare la preghiera liturgica.
Tra il 1960 e il 1970 la scuola e il collegio erano frequentati da circa cinquecento allieve/i.
Dopo il Concilio Vaticano II, accogliendo l’invito della Chiesa ad “un continuo ritorno alla primitiva ispirazione degli Istituti e ad osservare lo spirito e le finalità proprie dei fondatori” si è gradualmente lasciata l’attività educativa (1968-1992), col vivo desiderio che nella Chiesa, che è in Faenza-Modigliana, abbia a risplendere più chiaramente l’ideale francescano-clariano.

La vita delle Clarisse, fin dalle origini nel XIII secolo, si è caratterizzata per due aspetti: "santa unità e altissima povertà". 
  • La dimensione della fraternità, vissuta in clausura, cioè in un ambito circoscritto e stabile di vita, è la forma concreta della nostra esperienza di Dio.
  • Il desiderio di espropriazione, interiore ed effettiva, ci fa partecipi della povertà del Figlio Dio, che "alla sua nascita fu posto in una greppia, povero visse sulla terra e nudo rimase sulla croce" (Test. Ch.).
La giornata è scandita dalla Liturgia, alla quale cerchiamo di dedicare grande cura affinchè divenga sempre più "fonte e culmine" della nostra vita. La stessa importanza diamo alla lettura orante della S. Scritture, condividendo in vari modi, tra noi e con gli altri, la Parola di Dio. Il lavoro ci vede impegnate nella confezione, su richiesta, di abiti liturgici, vestine per il Battesimo e piccoli rammendi.
Siamo aperte all'ospitalità in foresteria per gruppi o singoli che desiderano condividere, per qualche giorno, il clima di silenzio e preghiera.
Molte richieste di preghiere giungono al monastero, nelle forme più svariate. Spesso accogliamo anche persone con varie necessità, materiali o spirituali, cercando di rispondere soprattutto con l'ascolto e la condivisione di viveri. Da molti anni viene celebrata nella nostra chiesa la Giornata per il Dialogo ebraico-cristiano e la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.

Nel 1983 siamo entrate a far parte della Federazione delle Clarisse Urbaniste d'Italia, che comprende 24 Monasteri con i quali si collabora e si organizzano corsi di formazione; ci accomuna la Regola redatta dal Papa Urbano IV nel 1263 e la comunione fraterna con i Frati Minori Conventuali.

L'Unione Ex-Allieve, costituitasi nel 1923, è tuttora molto viva; organizza un raduno annuale e due ritiri spirituali in Avvento e Quaresima. Anche il giornalino "Voci da Santa Chiara", quadrimestrale, è frutto della collaborazione fra Suore ed Ex-Allieve.
© 2024 Provincia Italiana di S.Antonio di Padova | Privacy & Cookies

Area riservata