CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO PER IL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA ALL'ORDINE DEI FRATI MINORI CONVENTUALI, ex-provincia Patavina, oggi Provincia Italiana di S.Antonio di Padova.
Sommario:
- breve cronaca;
- intervento del ministro provinciale.
- link ad articolo con cronaca molto più lunga e fotografie, clicca qui...
A ricevere dalle mani del Sindaco Maurizio LUCCI la pergamena e la medaglia commemorativa dell'80° compleanno di Sabaudia è stato il ministro provinciale dei frati, padre Giovanni Voltan.
Qui il testo pronunciato da fr. Giovanni Voltan, ministro provinciale, per l'occasione: clicca qui per il pdf
INTERVENTO del MINISTRO PROVINCIALE - Consiglio comunale di Sabaudia – 24.4.2014
Signor Sindaco, Signori Consiglieri Comunali del Comune di Sabaudia,
grazie, a nome dei confratelli qui presenti, per la particolare attenzione che ci avete riservato invitandoci per la consegna della cittadinanza onoraria come gesto altamente gradito di stima e di riconoscenza verso i frati della Provincia religiosa di S. Antonio di Padova che, per oltre settant'anni, si sono succeduti nel servizio pastorale della comunità parrocchiale di Sabaudia ne dei borghi limitrofi.
Già nell'agosto scorso, la sera di domenica 25, abbiamo avuto modo di raccogliere la viva testimonianza di affetto e la sincera espressione di gratitudine della popolazione convenuta alla celebrazione nella Chiesa parrocchiale dell'Annunziata, al termine della quale, Ella, signor Sindaco, aveva manifestato non formali sentimenti di ammirazione e di gratitudine, rievocando eventi e volti che hanno segnato la breve, ma intesa storia civile e religiosa di questa stupenda città.
Anche il suo intervento questa, sera, signor Sindaco, motivando la consegna della cittadinanza, ha sottolineato l'attaccamento della popolazione verso i frati inviati dai Superiori di Padova, molti dei quali sono ancora affettivamente legati a tante famiglie con le quali si è condiviso un cammino segnato da momenti di serenità e di festa e dalle inevitabili croci e sofferenza che la vita riserva.
Come tutti sappiamo, la decisione di lasciare il servizio pastorale di questa città, non facile e comprensibilmente sofferta da parte di tutti, è stata motivata dall'impossibilità di garantire una presenza e un'azione efficace, dovendo la Provincia religiosa far fronte alle tante e complesse opere in cui svolge il proprio servizio: Santuari, Parrocchie, Chiese conventuali, Missioni, Opere sociali, Istituti di formazione e di insegnamento, Attività editoriali, tutte ispirate al carisma dei santi Francesco e Antonio.
La drastica diminuzione di personale religiosa, dovuta al calo di nuove vocazioni religiose – fenomeno peraltro comune a tutti gli Ordini e Congregazioni religiose maschili e femminili e alle stesse Diocesi in Italia – ha imposto al nostro governo – Capitolo provinciale e Definitorio – una revisione delle presenze tenendo conto dei criteri, oltre che geografici, anche delle capacità di un servizio lodevole e garantendo una regolare vita comunitaria conventuale dei frati, valore prioritario irrinunciabile di ogni nostra scelta.
Nell'aprile dello scorso anno, poi, si è completato e formalizzato il cammino di unificazione della nostra Provincia religiosa Patavina con quella di Bologna la cui giurisdizione abbracciava l'Emilia-Romagna, sotto un'unica denominazione: Provincia Italiana di S. Antonio. Di conseguenza l'area di competenza attualmente abbraccia tutto il nord Italia, con presenze conventuali in altri Paesi: Francia, Portogallo, Ghana, Cile, Indonesia e la decennale collaborazione con le missioni dell'America Latina in Brasile, Argentina e Uruguay.
Non va dimenticato l'apporto numericamente consistente che la nostra Provincia offre a tutto l'Ordine dei Frati Francescani Conventuali, soprattutto a livello di servizio alle
Case generalizie di Roma, dove ha sede la Curia generale, e ad Assisi presso la Patriarcale Basilica di S. Francesco.
A malincuore, quindi, si è giunti alla decisione di lasciare la presenza a Sabaudia, dopo quelle di Roma-Eur e Roma – S. Marco evangelista in Agro Laurentino.
Raccogliendo le testimonianze di molti confratelli, vorrei sottolineare alcuni tratti specifici della loro vita e della loro opera.
Anzitutto, come si diceva, l'attaccamento anche affettivo della popolazione verso i frati, inizialmente favorito dalla medesima provenienza geografica, in particolare dal Veneto, come giustamente il sig. Sindaco, ricordava, regione da dove erano scese le famiglie dei coloni dopo la bonifica dell'Agro Pontino: li univa la lingua, le tradizioni civili e religiose ancora fortemente sentite e, mi si lasci dire con orgoglio, la profonda devozione al Santo di Padova, universalmente conosciuto e amato.
L'arrivo di nuovi e progressivamente sempre più numerosi nuclei familiari da altre Regioni d'Italia, soprattutto dal centro-sud, a servizio delle diverse armi e discipline militari, e di molti altri richiamati dalla stupendo scenario paesaggistico della città che ne fanno un luogo privilegiato di villeggiatura e di riposo, si è facilmente saldato con il nucleo iniziale, trovando nella bella chiesa dell'Annunziata, che i forti richiami storici che custodisce, un punto di convergenza per le diverse componenti della cittadinanza, che si esprime nelle grandi e solenni celebrazioni ed eventi, in particolare nella festa patronale del 15 agosto.
In tutti questi anni i frati hanno cercato, ciascuno secondo le proprie attitudini e potenzialità – come bene è stato detto dal sig. Sindaco, di garantire un servizio continuato ed esteso in tanti settori dell'azione pastorale nella città e nelle Cappellanie di S. Isidoro, Sacramento e S. Andrea, senza far venir meno una collaborazione fattiva all'incantevole Santuario della Madonna della Sorresca, mentre continua il servizio alla Parrocchia di Nostra Signora di Fatima a Molella e a Mezzomonte.
Mi piace ricordare anche la disponibilità e il servizio concreto della comunità religiosa e parrocchiale alla Diocesi Pontina che, per molti anni, ha potuto usufruire degli spazi accoglienti e dignitosi per vari appuntamenti, quali gli incontri regolari del clero della Diocesi e dei Convegni organizzati dalla Curia di Latina. Mons. Domenico Pècile e Mons. Giuseppe Petrocchi in molti modi hanno espresso sincera gratitudine per la francescana ospitalità offerta dalla nostra comunità.
Nei confronti della Comunità civile e delle Amministrazioni che si sono via via succedute vi è stata, sempre dalle testimonianze raccolte, leale collaborazione nel rispetto delle diverse competenze. Lo dimostra il momento che stiamo ora vivendo.
Due volumi raccolgono con puntualità e ricchezza di informazioni le origini e la storia della Chiesa e della Parrocchia dell'Annunziata, con raccolta di volti, eventi e testimonianze, tutto ben documentato: "La SS. Annunziata tra palude e città" e "La SS.
Annunziata, 70 annui di storia e di fede", con un sincero grazie ai solerti e pazienti curatori delle pubblicazioni.
Ora sono i Sacerdoti diocesani –don Massimo, don Marco, don Teofilo che ci hanno riservato una squisita accoglienza- che hanno in mano il timone della nave. Noi frati, coscienti di essere pellegrini e servitori del popolo di Dio là dove il Signore ci pone, anche se lasciamo fisicamente questa terra, la porteremo sempre nel cuore. Siamo certi che l'opera compiuta porterà i suoi frutti.
Termino con un ricordo commosso a quanti ci hanno in questi decenni ci hanno lasciato, alcuni dei quali sono sepolti nel cimitero di Sabaudia. Recentemente (il 7 marzo) è venuto a mancare a Milano, in modo imprevisto e improvviso, P. Domenico Carminati che qui ha operato negli anni settanta. Li ricorderemo nella S. Messa che celebreremo fra poco nella Chiesa parrocchiale.
Avviandomi alla conclusione, saremmo davvero lieti di poter accogliere Lei, sig. Sindaco, e il suo Consiglio, a Padova presso la basilica del Santo, presso S. Antonio, sede e cuore della nostra Provincia, luogo dove si bussò perché i frati raggiungessero Sabaudia. Vi attendiamo pertanto là con riconoscenza e per affidare insieme questa cara Città al caro Santo.
A Lei, signor Sindaco e a voi, signori Consiglieri, di nuovo grazie e, poiché stiamo vivendo i giorni della Santa Pasqua, l'augurio che Cristo ha portato si discepoli la sera della risurrezione: "Pace a voi!".
p. Giovanni Voltan
ministro provinciale