La Lingua miracolosa che sfidò la guerra - Fonte "Il Gazzettino di Padova" di Domenica 16 Febbraio 2014, pagina 30
Sarà la prima uscita in forma ufficiale a Padova, quella che il nuovo delegato pontificio monsignor Vittorio Lanzani farà oggi, in occasione della Festa della Lingua di Sant'Antonio, quella Lingua "miracolosa" rimasta intatta anche nelle vicissitudini della guerra.
Dopo essere venuto a Padova in forma riservatissima nell'agosto scorso, il prelato aveva già ricevuto a Roma, sia il rettore (in attesa di conferma "ufficiale" da parte della Santa Sede) padre Enzo Poiana, sia il ministro provinciale dei frati minori conventuali padre Giovanni Voltan.
Oggi monsignor Lanzani celebrerà la solenne messa pontificale delle 11, accompagnato dai canti della Cappella musicale antoniana. Si intratterrà poi a pranzo con i frati per ripartire nel pomeriggio alla volta di Roma.
La messa delle 10, per gli associati del Messaggero di Sant'Antonio, sarà officiata dal direttore generale della rivista padre Giancarlo Zamengo.
Infine, alle 17, il momento caratteristico di incontro dei padovani con la celebre reliquia.
Messa celebrata dal ministro provinciale padre Giovanni Voltan, quindi processione interna alla basilica e benedizione finale impartita con la reliquia del mento del Santo portata a spalle dalla Pia Unione Macellai Milizia dell'Immacolata, presenti le componenti cittadine dell'associazionismo cattolico e del volontariato.
La seconda celebrazione antoniana più importante dell'anno, dopo quella del 13 giugno, data della morte del Santo, è la Festa della Traslazione dei resti mortali di Antonio, che tutti conoscono come "Festa della Lingua". Sono state diverse le vicissitudini che questa reliquia ebbe nel tempo.
In particolare, nel secolo scorso, con le guerre mondiali che videro Padova coinvolta sotto i bombardamenti. Fu compito dei frati mettere in salvo la preziosa reliquia.
Oggi si rinnova la tradizione religiosa, con la messa solenne e quindi la processione nelle navate della Basilica.
Giovanni Lugaresi .
Così i frati protessero la reliquia nella città sotto i bombardamenti - Fonte "Il Gazzettino di Padova" di Domenica 16 Febbraio 2014, pagina 30
La reliquia - La seconda celebrazione antoniana più importante dell'anno, dopo quella del 13 giugno, data della morte del Taumaturgo, è la Festa della Traslazione dei resti mortali di frate Antonio, conosciuta come "Festa della Lingua", perché proprio in quell'occasione (1263, 32 anni dopo la sepoltura) la lingua era stata trovata incorrotta.
Varie le vicissitudini che questa reliquia ben visibile nella Cappella del Tesoro (dentro il prezioso "contenitore" di finissima fattura realizzato tra il 1434 e il 1436 da Giuliano da Firenze) visse nel tempo. In particolare, nel Novecento, caratterizzato da due guerre mondiali che videro Padova drammaticamente coinvolta sotto i bombardamenti. Si pensò da parte dei frati di salvaguardare gli oggetti preziosi, fra i quali, appunto, la reliquia della Lingua e quella del Mento. In tutta riservatezza, si provvide: in entrambi i casi, vicino alla sacrestia, dove sorge il basamento di una delle due torri campanarie sostenuta, verso l'interno del tempio da un pilastro in muratura assai robusto. All'interno del pilone, una scaletta d'accesso alla parte superiore e lì venne scavato un vano profondo quasi un metro. Estratta dal suo reliquiario, la Lingua venne lasciata nella piccola urna in vetro, sigillata al tempo dell'ultima ricognizione ufficiale. In quel ricovero, fino al 12 giugno 1945, vigilia della festa del Santo.
Leggendo una relazione (anni Cinquanta) del padre Brentari, si apprese che la lingua non era più carnosa ed eretta, bensì ripiegata sul piattino della base, presentandosi con l'aspetto di un deposito di muffa. Dopo la pulizia dalla muffa, fu posta tra due lastrine di vetro ben strette fra loro e lì rimase un'intera notte, custodita nella stanza dell'allora ministro provinciale dei frati minori conventuali padre Andrea Eccher, che restò in preghiera fino all'indomani. E il 13 giugno alle 11,30, tolte le lastrine, la lingua si presentò nuovamente eretta come era sempre stata.
Anche quest'anno c'è stato un elevato afflusso di pellegrini, anche perché poi si era in fase di chiusura delle celebrazioni del 750. anniversario della Festa stessa. .
.
Una folla al Santo per il nuovo delegato pontificio - Fonte "Il Mattino di Padova" di Lunedì 17 Febbraio 2014, pagina 14
Prima uscita ufficiale ieri di monsignor Vittorio Lanzani per la processione della Lingua. Migliaia i fedeli accorsi- «Dobbiamo sempre dare testimonianza del Signore e quando parliamo di lui non dobbiamo mai vergognarci. Il frate Antonio si affidava sempre a Dio e così riusciva ad essere il predicatore che era». È stata illuminata dalle parole del nuovo delegato pontificio per la Basilica del Santo (nomina che ricopre dal luglio scorso), monsignor Vittorio Lanzani, 63 anni, la solenne messa pontificale di ieri al Santo, concelebrata dal ministro dei frati minori conventuali Giovanni Voltan. Lanzani, alla sua prima uscita ufficiale, era al fianco di padre Enzo Poiana, rettore della Basilica che il prelato ha definito un «rettore infaticabile del Santo». Poiana ha condotto l'ospite nella cappella delle reliquie e entrambi si sono fermati davanti alla Lingua del Santo. Il ricordo di Antonio permette che tanti bambini nel mondo, in difficoltà, riprendano a sorridere abbiano di che mangiare e una casa, un secco no alla cultura della morte, alle interruzioni di gravidanze o all'eutanasia. Concetti, questi, ribaditi da padre Voltan e confermati da monsignor Lanzani durante l'omelia. Il delegato pontificio ha poi pranzato con i frati e quindi ha ripreso la via di Roma. I fedeli hanno riempito la Basilica anche nel pomeriggio con la processione alle quali hanno partecipato diverse associazioni cattoliche e di volontariato. La reliquia del mento del Santo è stata portata a spalle per tutta la Basilica dalla Pia Unione Macellai Milizia dell'Immacolata. La celebrazione, ricchissima per suoni e colori, riecheggia più antiche cerimonie: la santificazione di Antonio a meno di un anno dalla morte; la prima ricognizione dei resti l'8 aprile del 1263, alla presenza del ministro generale dell'Ordine Francescano, San Bonaventura da Bagnoregio. È in questa occasione che si registra il miracolo della lingua. L'apparato vocale del Santo è incorrotto a 32 anni dalla morte, è il primo miracolo dopo la santificazione, la lingua è rimasta viva come la sua parola è restata nei secoli. .
«Un padre e una madre mai rinnegano la vita» - Fonte "Il Gazzettino di Padova" di Lunedì 17 Febbraio 2014, pagina 6
Festa della lingua. prima uscita ufficiale del delegato pontificio Vittorio Lanzani al Santo - Se Sant'Antonio è stato predicatore e testimone a un tempo, «noi dobbiamo parlare di Dio senza vergognarci di dare testimonianza, appunto, al Signore». È stato questo il filo conduttore della celebrazione della Festa della Lingua ieri in basilica. E se l'esortazione del nuovo delegato pontificio Vittorio Lanzani alla prima uscita ufficiale in tale veste ha permeato l'omelia pronunciata nella solenne concelebrazione, gli ha fatto per così dire eco il ministro provinciale dei frati minori conventuali padre Giovanni Voltan nella messa pomeridiana prima della processione. L'essenza di frate Antonio: «Ascoltare, vivere annunciare il Vangelo», si è manifestata anche nella sua "paternità" - egli ha sottolineato. Infatti, «Antonio è detto "Padre degli Orfani" perché in suo nome tanti bambini orfani, handicappati e abbandonati hanno avuto una casa e un pane, fino ad oggi. La cultura della morte invece spinge a eliminare i bambini imperfetti o non voluti, magari mascherando queste azioni con parole e fraseggi tipo "interruzione di gravidanza" o, come in Belgio, "mettere fine alle sofferenze dei bambini con l'eutanasia infantile". Ma non è con la morte, ricorda il Papa, che si eliminano sofferenza e dolore. "Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana". A noi cristiani è chiesto di continuare a essere Padri e Madri - non solo fisicamente ma spiritualmente - dei poveri e dei bisognosi, soprattutto dei piccoli. Un padre e una madre non rinnegano mai la vita...».
Questa paternità ha vissuto frate Antonio, «uomo che si affidava a Dio», per riprendere il discorso di monsignor Lanzani, «prima di essere predicatore».
Il Delegato Pontificio era stato accolto all'arrivo da Roma dal rettore Enzo Poiana la cui conferma è attesa in occasione dell'imminente concistoro nel quale il nuovo segretario di Stato vaticano Pietro Parolin riceverà la porpora cardinalizia. Padre Poiana ha accompagnato monsignor Lanzani nella Cappella delle reliquie; il presule ha sostato davanti a quella della Lingua, ricordando la devozione antoniana respirata in famiglia fin da ragazzo soprattutto per merito di una zia che era anche abbonata al "Messaggero". Nella concelebrazione, rispondendo al saluto di padre Poiana, monsignor Lanzani ne ha tessuto l'elogio definendolo «infaticabile rettore».
Nel pomeriggio, come detto, si è svolta la solenne processione con confraternite, associazioni cattoliche e del volontariato, e i macellai della Milizia dell'Immacolata a portare la reliquia del Mento. La benedizione finale è stata impartita da padre Voltan con la reliquia del Dito del Santo.