Vicenza. Nel cuore della città berica si trova la stupenda chiesa, tempio di San Lorenzo, altro ottimo esempio di insediamento francescano conventuale. I primi frati arrivarono qui quando il Poverello d'Assisi era ancor vivente (1222) e dopo varie ubicazioni ricevettero nel 1280 questa parte di città ove esisteva già una cappella dedicata al santo martire Lorenzo. Vi edificarono allora, con il concorso cittadino, la splendida chiesa attuale, esempio mirabile di gotico padano-veneto slanciato, armonioso, luminoso. È davvero un luogo bello ove, -come dice l'amico don Luigino-, "te preghi anca se no te voi" ("preghi anche se non ne hai voglia") talmente vieni catturato dal Cristo che campeggia nell'abside, dall'essenzialità e fascino dell'architettura che accompagna la preghiera e il raccoglimento verso Lui. Merito comunque anche dei frati che la tengono, con l'aiuto di volontari, sempre pulita, decorosa e che curano le celebrazioni liturgiche.
I frati, cacciati dalle varie soppressioni, fecero ritorno nel loro "bel San Lorenzo" nel 1927. La comunità è composta di sei frati: Giulio, guardiano, Luciano, Celso, Alberto, Pio ed Umberto.
Il ministero dei frati è tipicamente conventuale: accoglienza dei fedeli per le celebrazioni, soprattutto il sacramento della riconciliazione, la direzione spirituale, l'aiuto alle parrocchie limitrofe, e pure l'insegnamento, le consulenze, a seconda dei carismi di ciascuno. San Lorenzo è una piccola oasi che disseta l'anima per la possibilità di una sosta orante, anche con la comunità, l'ascolto offerto da un frate. Una piccola fraternità OFS (Ordine Francescano Secolare) si ritrova volentieri a San Lorenzo e fa affidamento sull'assistenza dei frati, così come altri collaboratori e volontari.
A vegliare su tutti la B. V. Maria che della città e diocesi è patrona con il titolo di "Madonna di Monte Berico", colle ove sorge il santuario mariano più importante del Veneto: è festeggiata l'8 settembre, Natività della B. V. Maria. Trovandomi qui nei giorni della visita, ho partecipato la sera del 7 settembre al pellegrinaggio diocesano giubilare guidato dal Vescovo Beniamino Pizziol. La Vergine è chiamata pure Madre di Misericordia: con il suo manto avvolge otto persone che a lei si affidano (mi hanno spiegato che ognuno rappresenta le otto zone della città): un manto di misericordia, così ci piace pensare, che è esteso all'umanità intera che la invoca.
Da monte Berico lo sguardo abbraccia la pianura, le montagne sullo sfondo, la città. C'è, tra le case, le chiese piccole e grandi, le piazze, i monumenti simbolo, anche la nostra chiesa di San Lorenzo, uno dei luoghi dell'incontro con il Signore e la sua misericordia.