Accogliete la sua anima e presentatela al trono dell' Altissimo.
S. Messa nelle esequie di padre Enzo Paolo Poiana, Padova-Basilica del Santo, giovedì 18 agosto 2016, ore 15
Letture della Messa: 1a letture: Rm 8,31b-35.37-39; Salmo: 22 (23) Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; Vangelo: Gv 21,15-19
In quest'ora di dolore ci affidiamo ancora a te, Signore Gesù, a te che hai vinto la morte, ascoltiamo la tua Parola che è e ci da la vita eterna. Solo qui ci soccorre la tua pace e troviamo il volto luminoso del nostro fratello p. Enzo.
Alla luce del Vangelo ascoltato, egli è il discepolo che, come Pietro, si è sentito fortemente amato dal Signore d'un amore gratuito ed incontenibile. "Mi ami?", "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Tutto è partito da questa relazione, da quest'incontro tra Gesù ed Enzo.
Il segreto del p. Rettore che tutti abbiamo conosciuto ed apprezzato, è scaturito, -non dimentichiamolo-, dalla gioia della chiamata a seguire Gesù che gli ha cambiato la vita. Quella tra Gesù e p. Enzo è stata una relazione coltivata ogni giorno.
Quante volte fr. Enzo ci ha narrato la sua vocazione: da ragazzo desidera diventare sacerdote, ma interrompe il cammino vocazionale nel seminario della sua Diocesi, Gorizia, e si dedica al lavoro; passano gli anni finché, provocato dal confratello vescovo, p. Antonio Vitale Bommarco, -da poco divenuto Arcivescovo di Gorizia (1983)-, viene da quest'ultimo inviato presso il nostro convento di Treviso per poter frequentare alcuni corsi propedeutici alla teologia da fare poi in seminario diocesano.
Ma interviene una sorpresa: il giovane Enzo s'innamora della vita francescana e chiede, non senza l'imbarazzo dell'Arcivescovo, di poter seguire così il Signore. Così è stato e il 6 settembre 1986 -al termine dell'anno di noviziato, qui al Santo- fr. Enzo emette la prima professione e 25 anni fa, il 7 dicembre 1991, l'Arcivescovo Antonio Vitale lo consacra sacerdote nella cattedrale di Gorizia. Qualche anno dopo lo segue nella vocazione francescana il fratello fra Marco: a lui, alla mamma Marisa che -grazie a TeleChiara- ci sta seguendo da casa, da Corona (di Mariano del Friuli), a Lina, Amedeo, Gabriella e ai familiari tutti il nostro affetto.
"Mi vuoi bene?", "Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene". Se davvero mi vuoi bene, se hai sperimentato nel profondo il mio amore, "pasci le mie pecore". E il frate discepolo diventa pastore inviato ad amare-servire coloro ai quali viene inviato: a Roma, San Marco Evangelista (vicario parrocchiale: 1991-'97), a Trieste (guardiano e parroco: 1997-2005). Una sintonia unisce p. Enzo e l'apostolo Pietro cui Gesù affida il suo gregge, la sua Chiesa: l'esuberanza, la grande umanità verso tutti, un senso quasi innato ad essere "comandante in campo", non tanto per esercitare un potere, ma la responsabilità dell'amore maturo perché -una volta che si è confermati dall'amore e dal perdono di Gesù- si ha a cuore il bene di tutti. Eccolo parroco contento di servire la Chiesa, testimoniando la bellezza di un'intera fraternità di frati cui è affidata una parrocchia.
Corre poi l'anno 2005 e si cerca un Rettore per la Basilica del Santo. C'è bisogno di un guardiano capace di animare, con saggezza ed affetto, la vita fraterna della grande comunità conventuale con più di cinquanta frati; c'è bisogno di un Rettore capace -sulla scia dei predecessori- di accoglienza, di tessere relazioni stabili e serene con la Città e la sua Università, con la Diocesi, con le istituzioni -la Veneranda Arca in primis- e di collaborare fedelmente con la Santa Sede, cui appartiene la Basilica. Come buon frate e figlio fedele della Chiesa, p. Enzo ha amato il Papa e il suo Delegato per questa Basilica, godendo, in particolar modo, della stima, della cordiale sintonia con l'attuale Delegato Pontificio, l'Arcivescovo Giovanni che presiede quest'Eucaristia.
Tante, innumerevoli le sue relazioni condotte con letizia francescana, con sapienza: p. Enzo sapeva "leggere" con intelligenza le situazioni, esserci e farsi prossimo. Si trattasse di un vescovo, di un cardinale, di un'autorità civile o della persona anziana, del povero, del pellegrino, egli aveva la medesima accoglienza solare. Come non ricordare, spaziando tra i suoi molti campi pastorali, l'amore per ogni corpo militare che serve la Patria, lui che era stato alpino nella Julia e continuava a sentirsi tale? Da friulano "doc" era schietto nel comunicare quanto sentiva di dover dire, ma era davvero difficile non sentirsi accolti-compresi-benvoluti da lui. Molti di noi l'hanno conosciuto così qui, in Basilica, attraverso la calda accoglienza dei pellegrini, le liturgie curate e coinvolgenti, -si trattasse di una celebrazione feriale o solenne-, il taglio pastorale impresso a questo santuario internazionale. Impossibile non volergli bene, impossibile non ricordare l'incontro avvenuto con lui.
Frate Antonio da Lisbona si legò con affetto indelebile a Padova e ai padovani; p. Enzo si innamorò di Padova, della Basilica, dei pellegrini e del suo tesoro, S. Antonio, cui spesso amabilmente "comandava" di fare dei miracoli: per una coppia senza bambini, per un giovane con un lavoro da trovare, una guarigione del corpo e del cuore. Assieme, come un duo formidabile, S. Antonio e p. Enzo sono stati in missione in Italia e all'estero (Sri Lanka, Ucraina, Romania, Stati Uniti). Sempre p. Enzo ha sentito ed affermato che S. Antonio è vivo, che il Signore permette al caro Santo di fare tante grazie e miracoli a consolazione dell'anima e del corpo di tanti fratelli che sono nel bisogno.
Ognuno di noi porta nel cuore incontri belli con p. Enzo e benedice il Signore per avercelo donato: sì, benediciamolo, ringraziamolo perché l'Amore misericordioso del Padre non è mai astratto, ma è la carne viva del suo Figlio che ci ha amato e dato se stesso per noi ed è la carne viva di quanti vivono di Lui e ce lo rappresentano, ce lo rendono presente, a portata di cuore, di mani con il sorriso della loro vita buona.
Tre anni e mezzo fa, una volta eletto provinciale, chiesi a p. Enzo una grande cortesia: avevo bisogno di lui, -che aveva già svolto due mandati (otto anni)-, come Rettore della Basilica. Mi sorrise e ci abbracciammo. Grazie, p. Enzo, di questa tua generosa disponibilità.
Infine, una settimana fa, eravamo insieme in vacanza al mare. Ci alzavamo sempre presto per trovarci poi in spiaggia a precedere l'incanto sempre nuovo del sole che nasce, costeggiando il mare. In una di quelle mattine, non resistetti, p. Enzo, dallo scattarti una foto (che avrei voluto inviarti via e-mail) mentre camminavi verso il sole appena sorto, lo sguardo verso l'orizzonte sconfinato e terso del mare e del cielo. Per noi credenti il sole che sorge, visitandoci dall'alto, è il Signore Gesù, come canta la liturgia nel Benedictus che preghiamo ad ogni inizio di giornata: Gesù, l'Atteso delle genti, il frutto benedetto di Maria, è il "sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace" (cf. Lc 1).
"Seguimi": sulle rive del mare di Galilea, Gesù ha chiesto a Pietro di seguirlo quando tutto era all'inizio; sulle rive dello stesso mare, Gesù ha confermato Pietro nella sequela con la triplice professione di fede e di amore. Come Pietro, e con il suo stesso entusiasmo, anche tu p. Enzo sulle rive del mare hai ripetuto il tuo sì.
Il 15 agosto nella s. messa al tuo paese, Corona di Mariano del Friuli, hai cantato la bellezza della Pasqua di Maria Ss.ma nella sua Assunzione in cielo in corpo ed anima, hai salutato la mamma, sei tornato dai frati nella Casa "S. Antonio a mare" (a Bibione). La divina Provvidenza ha così disposto -con una regia delicata e discreta- di prepararti all'Incontro e di donarti, tutt'insieme, i tuoi amori: la casa e la famiglia ove sei nato, il fonte battesimale ove sei rinato come figlio di Dio, l'altare della prima di tante messe come sacerdote, la sempre invocata B. V. Maria, il tuo S. Antonio, i tuoi frati, i volti di tanti amici.
Non hai mai avuto paura di manifestarci, in tanti modi, il bene che ci volevi. Ti diciamo anche noi che ti vogliamo bene. Con S. Antonio resta al nostro fianco, ricordati di noi!
fr. Giovanni Voltan ministro provinciale
della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali