Dopo il "definitorio lungo" tenuto a Lourdes dal 17 al 24 giugno, ho proseguito la visita dei conventi portandomi nella "marca trevigiana". «A Treviso, i primi Frati Penitenti di Assisi, inviati dallo stesso Francesco, già nel 1220 avevano preso dimora vicino al lazzaretto, in un luogo solitario nei pressi del fiume Cagnan, vicino a una chiesetta dedicata alla Vergine Maria. L'architettura della chiesa è di transizione tra il romanico e il primo gotico: la chiesa originaria del 1231 aveva una pianta a croce egizia (cioè a
Tau, senza il braccio superiore) ed era lunga 51 m. e larga 27 m. Lungo i secoli, la chiesa ha affrontato diverse traversie e quasi tutto il patrimonio artistico è andato distrutto nel 1797, quando l'esercito napoleonico trasformò la chiesa in caserma, ospedale militare e stalla per i cavalli. A quella napoleonica fece seguito l'occupazione del governo austriaco e italiano (1814-1866), che trasformarono la grande navata centrale in magazzino militare a
tre piani. Alla fine della prima guerra mondiale, il demanio cedette la chiesa e il convento al comune di Treviso; nel 1928 il complesso fu poi dato al vescovo che lo riconsegnò ai Frati Minori Conventuali e così la chiesa fu riaperta al culto».
Ho indugiato in queste note introduttive sulla nostra chiesa di Treviso, -tratte da una piccola guida offerta a fedeli e pellegrini-, perché essa rappresenta davvero un "gioiello"; è la chiesa più frequentata dalla città, molto amata perché accanto alla bellezza e composta essenzialità delle linee architettoniche, ai toni caldi del laterizio e della pietra, ai colori degli antichi affreschi rimasti, ai chiaroscuri delle vetrate, entrandovi, ti pare di sentire, in modo tangibile, la presenza del Signore e hai la possibilità di trovare un frate per le confessioni-l'ascolto e di pregare con la fraternità.
Questo è il grande servizio della nostra comunità composta da sette frati: Andrea, Alessandro, Giovanni, Giancarlo, Nicola, Ionutz, Gianmarco (cui per quest'anno s'è aggregato Leonard del Ghana), una comunità giovane chiamata ad animare la chiesa e la pastorale giovanile-vocazionale, lavorando in sintonia con la diocesi, il cui vescovo, Gianfranco Agostino Gardin, è un nostro confratello. Il convento riserva uno spazio di "ospitalità francescana" in autogestione e la possibilità di un frate che guida le giornate. Non mancano itinerari per giovani e la cura di quanti partecipano alla nostra spiritualità (OFS, Gi. Fra ovvero Gioventù Francescana), né l'attenzione ai poveri. Ho lasciato anche Treviso, ringraziando il Signore per la presenza e l'opera dei frati che, dove sono, cercano di offrire a tutti la testimonianza di una vita cristiana e fraterna che è ancora fonte di fascino e luogo di pace per molti. A lode di Dio e dei suoi servi fedeli.