Arcella 1PADOVA, ARCELLA - Convento, Parrocchia e Santuario S. Antonio d'Arcella

Visita a "km 2", all'Arcella, a nord di Padova, una volta superata la stazione ferroviaria. Qui, presso il piccolo conventino dell'Arcella, il 13 giugno 1231, a soli 36 anni di vita, frate Antonio da Lisbona e poi per sempre "di Padova", ebbe il suo "transito" da questa terra al paradiso. La bella chiesa-santuario di linee neogotiche, sorta sulle precedenti chiese, conserva la piccola "cella" di questo transito. Nemmeno quella volta il Santo fu ascoltato nei suoi desideri: avrebbe voluto morire a Padova, presso la chiesetta S. Maria Mater Domini (ora inglobata dalla Basilica), ma il frati che l'accompagnavano da Camposampiero-Pd e l'avevano disteso su di un carro tirato da buoi, visto l'aggravarsi delle sue condizioni, si fermarono al piccolo convento dell'Arcella, alle porte di Padova. Il Signore aveva disposto così per il suo amato servo, che morì santamente. Le sue ultime parole sono state come un frammento di cielo per gli astanti e una consolazione anche per noi: "Vedo il mio Signore".Arcella 4

I frati sono 7 -frati: Fernando, Gabriele, Giuseppe, Luciano, Giulio, Giambattista e Claudio- e assistono con generoso impegno la parrocchia (seimila anime circa) e il santuario che richiama persone che vengono da altre zone della città e pellegrini del "circuito" dei santuari antoniani (Camposampiero-Arcella-Basilica del Santo). Uno dei frati, fr. Luciano, ogni anno percorre migliaia di chilometri per "missioni" antoniane presso parrocchie ove è chiamato per la predicazione: grazie a lui e ai suoi collaboratori, il Santo continua a visitare i suoi devoti e quanti cercano il Signore nel nome di S. Antonio ("Per Antonium ad Jesum").

La parrocchia ha conosciuto negli ultimi anni un veloce mutamento: esodo di nuclei familiari ed invecchiamento, significativo inserimento di persone di altre culture e -meglio che ha potuto- ha cercato di fare propria la sfida dell'accoglienza, dell'integrazione, della proposta formativa partendo in primis dalle famiglie cui è rivolta la nuova formula di catechesi. Frati e laici -ho incontrato un numeroso e dinamico Consiglio Pastorale- lavorano in sinergia, sfruttando gli spazi del rinnovato Patronato dell'Arcella, luogo spazioso ed accogliente, che è stato e continua ad essere punto di riferimento per la zona: assieme alla chiesa è la casa di tutti, degli incontri, di chi fa formazione e sport, della festa.

Arcella 10 il rinnovato patronatoTra le molteplici attività, degna di nota è pure casa "Beata Elena Enselmini", (clarissa al Monastero dell'Arcella, figlia spirituale di S. Antonio) ovvero una fetta di convento destinato dieci anni fa all'accoglienza di familiari di ammalati presso l'ospedale di Padova, agli ammalati stessi nel post operazione, a situazioni di emergenza, come i profughi. A seguirla il guardiano e parroco, fr. Fernando, con l'aiuto di altri frati e volontari della parrocchia.

Non mancano fatiche e sfide culturali e pastorali all'Arcella, su questo lembo di città, laboratorio di interculturalità, ma nemmeno la volontà e la fantasia per fronteggiarle in modo creativo. Su tutti, frati e laici, veglia dall'alto S. Antonio, frate venuto da lontano per annunciare a tutti, l'"anno di grazia del Signore", la sua misericordia che è per tutti.
fr Giovanni Voltan

Arcella 8 il retro della cella
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