◘ IL SIGNIFICATO DI UNA NUOVA REALTA' FRANCESCANA... NELLA TRADIZIONE - Il 7 aprile 2013 è il giorno di nascita della
Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali. Infatti in tale data, nell'ambito del più ampio progetto di ridisegno delle giurisdizioni dell'
Ordine, sono soppresse la
«Provincia Bolognese» e la
«Provincia Patavina», − entrambe intitolate a sant' Antonio di Padova che visse in queste terre e morì a Padova il 13 giugno 1231 −, che ora costituiscono la nuova Provincia Italiana di Sant'Antonio di Padova.

Con la creazione di questa nuova realtà si ritorna agli inizi, ovvero a com'era la Provincia quando fu istituita nel 1217 da
san Francesco d'Assisi: un territorio comprendente l'attuale Italia settentrionale, una giurisdizione della quale per un certo periodo, dal 1227 al 1230, fu ministro provinciale (ovvero superiore, responsabile) lo stesso
sant'Antonio di Padova, fattosi frate minore,
"francescano", discepolo di san Francesco con il desiderio di dare la vita per il Vangelo, come martire in Marocco. Il Signore aveva avuto altri piani per lui facendolo approdare in queste nostre terre.
Già con il 1230, a causa della rapida evoluzione dell'Ordine e dell'eccessiva vastità territoriale, la grande Provincia viene, in tempi diversi, suddivisa in 4 Province: Marca Trevigiana (Marca Tarvisinae, corrispondente alle Tre Venezie), Lombardia (Mediolanensis), Genova e Bolognese (Romandiolae).
Dal 1400 la Marca Trevigiana diventa semplicemente "Provincia del Santo" a motivo di un territorio che, assieme a quello bolognese (attuale Emilia Romagna), fu profondamente segnato dalla presenza e dall'apostolato di sant'Antonio.
Va detto che precedentemente all'atto di nascita della nuova Provincia, sempre nel contesto della ristrutturazione delle Province del nostro Ordine di Frati Minori Conventuali, il 4 ottobre 1999 la Provincia Patavina si era unita, con decreto del ministro generale, con la Provincia Ligure-Piemontese, dopo che i rispettivi capitoli provinciali avevano approvato tale scelta (1997).
◘◘ IL CAMMINO IN VELOCE SINTESI - I territori citati (ovvero quelli delle ex Province: Patavina, Bolognese, Ligure-Piemontese) hanno conosciuto nel corso dei secoli un rapido ed incoraggiante sviluppo, radicandosi efficacemente nel territorio come presenza francescana animatrice di evangelizzazione, carità e cultura.
Hanno conosciuto momenti di vivacità e dinamicità quanto a numero di presenze di frati e conventi, vocazioni, opere intraprese sino a conoscere l' "ora della prova" costituita per tutti da ripetute soppressioni subite dagli ordini religiosi da parte dell'autorità religiosa prima e poi di quella civile, dalla bufera napoleonica al Regno d'Italia.

In grande sintesi, i secoli XVIII e XIX determinano la perdita di conventi, chiese, beni di diverso tipo incamerati dagli stati con la conseguente dispersione dei frati costretti a lasciare i propri conventi e a trovare rifugio presso altri. Perfino il convento del Santo, in Padova, per fare un esempio significativo, corre, nel 1867, il pericolo per la propria sopravvivenza a motivo del Regno d'Italia, che nel 1866 aveva annesso il Veneto. Il 23 marzo 1867 il governo italico occupa e s'impadronisce del convento, vi allontana i frati, obbligandoli a passare al clero secolare. Provvidenzialmente per una serie di favorevoli circostanze i frati possono rimanere per assicurare il servizio religioso alla basilica mentre i confratelli della Dalmazia (attuale "Provincia croata di san Girolamo") vengono in aiuto incorporando il convento del Santo e la Basilica tra i propri conventi. Sono gli anni della Provincia Dalmato-Patavina (1826-1907), fino al 1907, quando la Provincia Patavina viene resa autonoma dalla Provincia Dalmata, prendendo il nome conservato sino al 7 aprile 2013, "Provincia Patavina di S. Antonio", ripartendo con tre conventi, legati a sant'Antonio: il Santo a Padova, l'Arcella e Camposampiero (Pd).
Il secolo XX segna per le Province citate una rinascita che porta ad un costante incremento numerico di frati con il conseguente recupero e riapertura, grazie a pazienti trattative, di chiese e conventi soppressi; all'aprirne di nuovi con l'affidamento da parte delle Chiese locali di parrocchie; ad una forte spinta missionaria al di fuori dell'Italia ("missio ad gentes" dapprima in Brasile, Argentina, Ghana, Indonesia e ultimamente in Cile).

Con il calo notevole di vocazioni, dovuto a diversi fattori sociale e culturali che riguardano l'intero mondo occidentale, l'ultimo trentennio vede, accanto ad una vivacità di ministero mai venuta meno, una progressiva riduzione di frati. Da anni pertanto le ex Province di questo territorio del nord Italia sono impegnate in un "ridisegno", una riduzione pensata delle proprie presenze: un compito che la nuova Provincia dovrà portare avanti con coraggio e nella fiducia che nei vari passaggi della Storia, anche quelli più faticosi, basti leggere il passato, è il Signore a condurre persone ed eventi in sentieri evangelici.