201811 visita fraterna cile novembre2018 C  46lowKartolina di viaggio
Cile, 1-17 novembre 2018
visita fraterna

Ancora una volta, -la settima-, ho potuto visitare i confratelli missionari in Cile.

Mi ha accompagnato fr. Irinel, giovane frate rumeno poi fermatosi per proseguire l’esperienza in vista di un possibile inserimento missionario nell’attuale “undici” cileno. Infatti, quattro sono i frati della comunità di Curicò, quattro quelli di Copiapò, tre quelli di Santiago. Undici, come una squadra di calcio e tutti… obbligatoriamente titolari. Ed anche appassionatamente, grazie a Dio, quantunque dopo ventitrè anni di missione avere una “rosa” più ampia, grazie a vocazioni cilene oltre che europee, sarebbe cosa “muy buena”. Ci vuole tanta pazienza, tanta fede e passione nel vivere il carisma francescano offrendo con semplicità la testimonianza della vita vicini alla gente. È il dono che i frati offrono da quasi venticinque anni e che sentono di porgere soprattutto in questo momento di grande crisi per la Chiesa cilena, ferita a motivo di scandali legati ad abusi su minori. “Nacer de nuevo. Poner a Cristo al centro” è il programma pastorale della Chiesa cilena che, purificata da tanta sofferenza per peccati commessi da alcuni suoi ministri, desidera ripartire con umiltà e speranza.

 


Il deserto (Copiapò), la pianura fertile (Curicò), la periferia trafficata (Santiago) sono i luoghi fisici che ho visitati, proprio ove abitano i frati (tutte e tre parrocchie). E mi sembrano anche luoghi-simbolo: stare dove la vita è “arida” e dura tra i “mineiros”; nel campo tra la fatica dei “campesinos”; nella periferia congestionata della capitale con il suo andirivieni frenetico di persone che nella capitale lavorano con grandi sacrifici. È questa la casa degli “undici” (sette italiani, due rumeni, uno spagnolo, un indonesiano). In comunione, la bella collaborazione con i laici, i tre anni vissuti da una famiglia italiana (Salvatore e Angela e i loro due bimbi, da poco rientrati in I talia) e una coppia (Riccardo e Angelica) che s’affaccerà per un breve tratto di percorso.

 


In cammino vocazionale, timidi germogli: anche qui c’è bisogno di tanta preghiera e attesa perché il deserto fiorisca. In quello della regione di Atacama (che ha Copiapò come capoluogo) basta una lieve pioggerellina ogni tot anni per vederlo splendidamente vestito di fiori e colori, di vita.

 


Che il Signore la doni in abbondanza, con le grazie necessarie, a questi nostri fratelli!

fr. Giovanni Voltan

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