Il 17 settembre 2015, Festa delle Stimmate di s. Francesco d'Assisi, il Ministro Provinciale e il definitore per la pastorale, p. Giancarlo Zamengo insieme ad altri confratelli di diverse comunità si sono recati a Parma per celebrare con il Vescovo del luogo un vespro solenne in cui si è anche svolta la presentazione e l'avvio della nuova comunità assieme al grazie per i frati che hanno operato presso il carcere di Parma per lunghi anni.

Riportiamo l'intervento del Ministro Provinciale, p. Giovanni Voltan, e uno slideshow con le foto dell'evento.


Porgo al padre Vescovo Enrico Solmi, a tutta la chiesa di Parma, sacerdoti, diaconi, religiosi/e e laici il saluto francescano di "Pace e bene!" a nome di tutti i frati francescani conventuali della Provincia Italiana di s. Antonio di Padova.

Siamo felici di vivere questo momento di preghiera nella liturgia del vespro che celebra il dono delle stimmate al padre nostro Francesco in questo luogo ... Un appuntamento che ha un grande valore oltre che per la vostra città, anche per tutta la nostra fraternità provinciale perché segna il rinnovarsi di una esperienza di fraternità in un luogo profondamente segnato dalla presenza francescana.
Il tutto nel contesto di un anno, l'Anno della Vita Consacrata, dedicato dalla Chiesa alla riflessione sul significato e valore della vita consacrata.

Credo sia proprio la chiesa di s. Francesco qui accanto, che ci indica il significato che vuole avere questa nostra presenza. Leggevo in una interessante presentazione che la chiesa di s. Francesco si trova inserita in un perfetto rettangolo aureo che la unisce al battistero di Parma in cui è raffigurato proprio san Francesco del Prato. Prezioso questo segno di una realtà ecclesiale inserita in un realtà di comunione nella quale ciascun carisma ha bisogno della bellezza espressa nell'altro per esprimere tutta la sua verità e pienezza!

Se dovessi delineare brevemente su quali linee intende inserirsi questa esperienza e di cosa intende essere segno vorrei ricordare le parole di Francesco per descrivere l'inizio della sua esperienza:
«Il Signore concesse a me, frate Francesco, d'incominciare così a far penitenza... e dopo che il Signore mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo» (Cf. Testamento di s. Francesco).

Il dono della fraternità diventa per Francesco la strada privilegiata per comprendere l'essenza del Vangelo.
Lo stile con cui vivere questo dono della fraternità viene evidenziato così nelle nostre Costituzioni:
I membri di questo Ordine, guidati dallo Spirito Santo, formano una vera fraternità i cui tratti caratteristici sono la familiarità e la tenerezza materna fra di loro, la misericordia, il rispetto, la cortesia e la gioia, il servizio ai fratelli malati, l'accoglienza verso tutti gli uomini e l'evangelica semplicità in missione.

Queste vogliono essere le caratteristiche che contraddistinguono questa nostra comunità di Parma: una comunità che cerca di vivere "l'urgenza e il rinnovamento della vita religiosa".
Ci è venuto incontro la proposta di rimanere a Parma, non più legati al servizio presso il carcere, compito che – per quanto riguarda la nostra Provincia religiosa, è affidato ad un'altra comunità in un'altra città-, ma al ministero presso il mondo universitario che gravita attorno a questo luogo.

Così oggi vi presentiamo e affidiamo al padre Vescovo e alla Chiesa di Parma i confratelli che vivranno in mezzo a voi questa esperienza di chiesa e fraternità: fr. Francesco Ravaioli (che della comunità sarà il guardiano) – ravennate di origine - frate da 14 anni, sacerdote da 6 anni, fr. Julio Garcia – cubano di origine - frate da 11 anni, sacerdote da 26 anni, fr. Daniele La Pera – siciliano di origine - frate da 5 anni, sacerdote da qualche mese, infine fr. Roberto Bosio – bresciano - frate da 4 anni, prossimo alla professione dei voti solenni 
(il 3 ottobre).

Con la diocesi sono già stati fatti dei passi per delineare la fisionomia della comunità, la sua missione, e gli spazi abitativi (che prevedono un ritorno di parte del ristrutturato ex-convento, con possibilità di accoglienza per giovani studenti).

Oggi voglio ringraziare e mi faccio interprete in questo, credo, -non solo della nostra Provincia religiosa ma di tutta la diocesi e di tutti voi-, fr. Giancarlo Betteto che in spirito di grande disponibilità interiore, ha prestato il suo servizio al carcere cittadino per nove anni.
Non vogliamo dimenticare i tanti frati che prima di lui hanno svolto questo compito con tanta disponibilità e umanità. Desidero ricordare anche la figura santa di fr. Lorenzo Sirolli (mancato a questa vita il 29 agosto 2014) nella certezza che le molte persone che a lui facevano riferimento potranno trovare aiuto e sostegno per il loro cammino in questi nostri confratelli.
Ed infine, non voglio dimenticare di esprimere la nostra gratitudine ai frati Fabio Ballan e Luigi Cerea per la loro generosità nel collaborare, in un recente tratto di strada, con fr. Giancarlo nel servizio in questo convento e in questa città.
Non voglio assolutamente che cada nell'oblio il nome di ciascun frate di quella che era chiamata semplicemente "Provincia Bolognese ", frati che hanno creduto nel valore di questo luogo di testimonianza di fede e di vita evangelica: per questo qui hanno donato parte della loro vita. Basti ricordare, per andar non troppo lontano nel tempo, fr. Celso Centis, senza davvero voler trascurare il volto e l'opera di ciascuno.

Caro padre Vescovo, siamo convinti di iniziare oggi una nuova pagina di bene e di Vangelo che farà del bene, così ce lo auguriamo con umile fiducia, a tutta la sua diocesi e alla città di Parma, ai tanti giovani che incontreranno i nostri frati e, ne siamo certi, anche alla nostra Provincia francescana.

Cari frati, sento oggi più che mai adatte, iniziando il vostro cammino quanto scritto in "Vita consecrata" da Papa san Giovanni Paolo II: «Voi non avete solo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi».

fr. Giovanni Voltan, Ministro Provinciale
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