venutaloradomenica 22 marzo 2015 

quinta domenica di quaresima 

"Gesù rispose loro: 'E' venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto' " (Gv 12,23-24). 

Come mi immagino Gesù? Cosa mi attendo da Lui? L'ora della gloria di Gesù coincide, nel vangelo di Giovanni, con l'innalzamento sulla croceora nella quale il Figlio, Gesù, attirerà tutti a sé con un'attrazione inspiegabile, con un movimento irresistibile: "io sono cristiano per attrazione, sedotto dalla bellezza dell'amore di Cristo" scrive p. Ermes Ronchi. Non senza un turbamento Gesù parla di quest'ora perché la sua natura umana rifugge la morte.

Eppure il successo, il consenso c'è ed è portata di mano, di audience: Gesù è cercato dai Greci che vogliono vederlo. Per loro, per noi: non si passa per criteri di gradimento ma per la croce. Essere chicco di grano che muore per portare molto frutto, questo è gloria. Essere pane per la fame del mondo: questo vuole essere Gesù e questo è gloria. Questa è la scelta di Gesù. E nostra, se lo vogliamo, con una riserva di libertà (se): "se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io là sarà anche il mio servitore” (Gv 12,26).

Vangelo impegnativo tra l'autoconservazione, il “rimanere soli” (probabilmente Papa Francesco la chiamerebbe logica mondana) o il fare la scelta di Gesù, fidandosi e lasciandosi attrarre da Lui.

fGv
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