yakobus1bDomenica 19 ottobre, giornata missionaria mondiale, in Basilica del Santo si è celebrato l'evento con la presenza di fr. Yakobus Ginting, confratello indonesiano, di comunità a Longiano, ma prossimo alla partenza per la Delegazione del Chile dove svolgerà il suo servizio ministeriale e fraterno in comunità.
 
Alle messa delle ore 11.00 fr. Yakobsu ha ricevuto l'invio ufficiale da parte della comunità provinciale.
 
Ad ogni santa messa l'omelia è stata proposta da fr. Yakobus.
 
Qui di seguito il testo del suo messaggio.

Il progetto di Dio è di salvare tutta l'umanità. Ma per realizzare questo progetto ha bisogno della nostra collaborazione, il Signore chiede la nostra disponibilità. Dio non ha pregiudizi di sorta, Dio guarda il cuore e non le apparenze, per cui coglie la disponibilità di ciascuno di noi. Questa disponibilità consiste solo nel cuore aperto alla giustizia, alla verità e all'onestà. Chi risponde a questa chiamata, cambia anche la sua storia.
 
Io vengo da una famiglia contadina in un paesino nella lontana Indonesia. Sappiamo bene che Indonesia è un paese di maggioranza mussulmana ed è il paese più popolato dai mussulmani nel mondo. E solo uno per cento di religione cattolica. Ma proprio lì che ho conosciuto tanti missionari che senza stancarsi continuano ad annunciare il vangelo giorno e notte con grande zelo, impegnandosi anche nelle varie opere sociali e caritative.
 
Quando ero ragazzo, mi piaceva molto frequentare la santa messa di giovedì sera, detta anche la messa per i giovani, la santa messa vocazionale. In una di quelle messe mi ha colpito e turbato il brano del vangelo di Luca: "la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai" (Lc. 10,2). C'era qualcosa che sta muovendo dentro di me. Volevo diventare uno di quelli operai. Allora con aiuto di un seminarista diocesano che era anche il mio professore di Religione nella scuola superiore mi ha condotto ad entrare nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali.
 
In Indonesia, i nostri frati sono presenti da 46 anni. In questo 46 anni della missioni, ci sono tante cose migliorate: è aumentato il numero dei fedeli, è cresciuto il numero dei frati locali, sono stati realizzati vari progetti, ma nello stesso ci sono anche tante altre cose da sistemare e da fare: soprattutto la formazione dei giovani frati, la formazione dei laici e i vari progetti da portare avanti. E su questo stanno impegnando i nostri frati Indonesiani perche anche ormai vi rimane solo un frate italiano.
 
Sono venuto in Italia 11 anni fa. Ricordo ancora la mia fatica a imparare la lingua e a comprendere la cultura che è molto diversa della mia. Ho sperimentato cosa significa solitudine. Ma queste difficolta mi hanno fatto crescere. Ho pensato anche la solitudine dei missionari che hanno lasciato i loro cari e la loro terra. E in questa mia permanenza in Italia si è maturato anche il desiderio di andare in missione.
 
 

 Parlando di questo desiderio ci sono delle persone che mi chiedono: "Perché non torni nel tuo paese dove la chiesa ha bisogno ancora del sacerdote? In effetti non si può negare questa necessità. La logica giusta dovrebbe essere così, che "io metto apposto la mia casa e poi vado ad aiutare gli altri". Ma ho visto altra comunità cristiana che ha bisogno della presenza di un sacerdote. In Chile mancano i sacerdoti. Molte domeniche tanti comunità cristiana celebrano solo la liturgia della parola senza la santa messa. Nella diocesi di Copiapò che è così vasta nel deserto di Atacama per essempio i sacerdoti si possono contane con le dita della mano. Quindi bisogna cambiare la nostra logica con quella del vangelo. Ce una povera donna nel vangelo di Marco di cui parla Gesù: "Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere" (Mc 12.44).

 
Credo che ogn'uno di noi possa cambiare la sua logica se ha già incontrato Gesù nella sua vita, e che quell'incontro ha cambiato la sua storia. Si tratta della gioia dell'incontro con il Risorto. La gioia che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù e con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce quella gioia.
 
Invito diceva Papa Francesco nel Evangelii Gaudium "ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c'è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore" (EG.3).
Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo (EG. 22).
 
Raggiungere tutte le periferie è un cammino da fare, è la nostra missione. Il Signore non ci chiede grandi cose da fare e da compiere. Nella mia piccola esperienza in Chile, la gente, sacerdoti e religiosi in vari incontri cantavano così "faltava tu presencia" cioè, mancava la tua presenza. Quindi, bastava la tua presenza, la situazione cambia. Si sperimenta la gioia di avere e di condividere la stessa fede in Gesù.
Mi piace quella immagine dell'incontro tra San Francesco d'Assisi e il lebbroso. C'era semplicemente un abbraccio in quell'incontro ma ha cambiato la vita interiore di San Francesco, ha sperimentato una grande gioia dentro di se che non ha mai sperimentato prima. Quello che era amaro diventa una dolcezza. E quel lebbroso che prima si sentiva abbandonato, ora si sente amato, si sente una persona che ha dignità come tutti gli altri.
 
Per questo che ha ragione papa Francesco, di invitarci ad uscire dalla nostra comodità e raggiungere le periferie della nostra città e la nostra esistenza. E solo in questo modo possiamo mostrare la nostra disponibilità, aprire la porta del nostro cuore a chi ha bisogno della nostra presenza, del nostro aiuto e di allargare il cerchio della nostra carità fraterna per costruire il regno di Dio e compiere il Suo progetto a salvare tutta l'umanità.
Dall'altra parte "nessuno di noi è così ricco che non ha nulla da RICEVERE e nessuno è così povero che non ha nulla da DARE!".
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