Celebriamo il 750° anniversario del ritrovamento della Lingua incorrotta di sant' Antonio, la reliquia più preziosa, che attesta quanti meriti ha avuto davanti a Dio il santo Dottore evangelico con la sua predicazione.

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Folla in processione per la "lingua de Santo"
Fonte "Il Gazzettino di Padova" di Lunedì 18 Febbraio 2013, pagina 7
La ricorrenza della traslazione dei resti
«Fa’, Signore, che la mia lingua scocchi come freccia per proclamare le tue meraviglie…». Più che mai indicato questo incipit di una preghiera che frate Antonio era solito recitare prima della predica, appunto, nell’omelia del ministro provinciale padre Gianni Cappelletto ieri per la solenne celebrazione al Santo della ricorrenza della traslazione dei resti mortali del Taumaturgo. Padre Cappelletto ha presieduto i riti pomeridiani conclusisi con la processione (in basilica) con la reliquia del mento e quindi la benedizione impartitita con la reliquia del dito del Santo.
Folla cosmopolita durante l’intera giornata: al mattino, per la concelebrazione del delegato pontificio monsignor Gioia, accompagnata dalla Cappella Musicale del Santo, quindi alla processione del tardo pomeriggio, con le rappresentanze delle associazioni cattoliche e del volontariato, fra le quali l’Arciconfraternita del Santo e i macellai della Milizia dell’Immacolata.
Soffermandosi su quell’incipit della preghieta antoniana di cui si è detto, padre Cappelletto ha indicato una prima "meraviglia del Signore" indicata dal Santo: la dignità della persona umana, per poi soffermarsi sul richiamo alla conversione fidando nella misericordia divina; infine, la "freccia della lingua" di frate Antonio indica «la meraviglia del vivere in costante ricerca del senso da dare alla propria esistenza. Ma non soltanto predicazione, quella del Taumaturgo, bensì anche testimonianza personale, vita vissuta nel mettere in pratica la volontà del Signore». La Festa della Lingua ha avuto anche un momento di attenzione, con le parole del rettore della basilica padre Enzo Poiana, riferite alla decisione del Papa di ritirarsi. Ha parlato di «dolore e ammirazione per un gesto che costituisce un esempio per noi di vivere una vita al servizio del Signore».
Giovanni Lugaresi

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